Queste primarie potrebbero, forse, diventare più interessanti di quello che sembra, anche se già il fatto che vengano istituite sarebbe la prima notizia. Ad oggi nulla di formale, ma i candidati le hanno decise e sarebbe interessante di coalizione (quale?) o di partito (quale?). Gareggeranno (pare) tre, amministratori: due assessori e una sindaca. Quello che in sostanza modo avanza, della profonda crisi dei partiti o meglio del principale partito di centro sinistra, il Pd, annientato dai personalismi, senza ormai nessun ruolo di collante tra società e politica, ma neanche con gli iscritti.
Non credo serva fare un elenco che ha portato a questo corto circuito, il risultato è sotto gli occhi di tutti: il fallimento di una classe dirigente che non ha saputo trasmettere codici di lettura alle giovani generazioni, l’incapacità di adattamento nelle proposte al mutare dei fenomeni sociopolitici, i partiti, oggi, sembrano più che mai navi in balia, depredate e saccheggiate da pirati di lungo corso. Il risultato? Nessuna reale e franca discussione nelle sedi deputate, nessuna progettualità, ma tanta anticamera e caminetti, totale dipendenza dai social in entrata e uscita. Non è singolare che il Partito Democratico ad oggi non abbia presentato un documento con delle proposte sulla Città Metropolitana di Bologna per il prossimo mandato amministrativo e si sia fatto baipassare dai candidati. Per Natale 2020 era stata annunciata la svolta sul candidato e percorso, ad oggi sembra più “L’anno che verrà”…sarà tre volte Natale. Fortunatamente i candidati sembrano, o meglio sono, preparati e stanno mostrando di avere qualche idea.
Fin qui i dirigenti politici sono
sembrati più propensi alle gare di like, di #, e di risposte in realtime o
addirittura fare dissing ai propri avversari, questa è la tanto agognata novità
e innovazione politica di cui tanto si sentiva la necessità? Però (forse)
finalmente questo non basterà, almeno in queste primarie, un uso spregiudicato
della comunicazione. Non faranno più effetto gli annunci spregiudicati: sono
overbooking e fuori luogo, in particolar modo in questo periodo storico, non ci
crede più nessuno o almeno sembrano rimasti in pochi i seguaci di questa
tecnica.
Il segretario del Pd provinciale
cerca di far ordine tra i supporters della Conti all’interno del partito, rimandando
tutto allo statuto del partito, ma quale quello che negli anni ha più deroghe
che norme e principi? Che si sia persa la capacità di fare politica lo si vede
da questo semplice e “ingenuo” gesto, chiedendo di riportare la mediazione, le
motivazioni, le aspirazioni, l’organizzazione e soprattutto la passione
all’interno di uno statuto, ma fino ad adesso a cosa stava pensando?
Ora come dicevo prima, spero
vivamente, si passerà ai temi, che sono lì sul tavolo e aspettano delle
risposte: quale welfare, quale mobilità e quale urbanistica attendono Bologna
nei prossimi 20 anni?
Per quanto si tenterà di
esagerare, con le promesse e gli slogan, i tre amministratori sanno qual è il
bilancio di una città, quale burocrazia li attende ogni progetto e dove cercare
le risorse.
C’è un tema però, che per ora è
emerso marginalmente: la Città Metropolitana, quali saranno le loro idee in
merito, o vogliamo come troppo spesso è successo, che queste amministrative rimangano
una battaglia nei confini delle quattro mura cittadine. Il passante di mezzo mi
pare un’opera che vada oltre il suo tracciato fisico, un welfare più
territorialmente inclusivo, il lavoro che al termine del blocco dei
licenziamenti sarà certamente uno dei primi temi da affrontare e tanto altro. In
un momento dove una crisi profonda sta attraversando le Unioni Comunali e
sembra sempre più difficoltoso gestire servizi sovracomunali, sarebbe
importante rilanciare nuovi collanti fatti soprattutto di nuovi paradigmi di
ampio respiro. Un bel segnale sarebbero le primarie metropolitane, o se vi
piace di più le primarie “fuori porta”. Visto l’andazzo, come si dice dalle
nostre parti, non credo ci sia soprattutto la voglia di un esercizio così
“audace”. Nella speranza di essere piacevolmente stupito, guardo dal buco della
serratura in attesa che si aprano le porte.
Massimiliano Lazzari
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