Piove, governo tecnico!

 

Non posso dire di non essere stato avvisato per tempo: “vedrai, questo governo cadrà. Non gli permetteranno mai di gestire una cifra così importante di risorse” mi dissero in diversi già a luglio 2020, ovvero dopo l’ufficializzazione l’accordo europeo che lanciò definitivamente il Next Generation EU con una quota per l’Italia di 209 miliardi.

Ho avuto quindi un bel po’ di tempo per assimilare la notizia. Eppure, dopo la giornata di ieri quel che resta è una profonda mestizia. Non che fossi un fan di Conte o che considerassi l’ex governo un esempio di efficienza e perfezione, intendiamoci.

Mestizia perché si è avuta l’ennesima dimostrazione – nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno – che se esistono dei poteri in questo Paese non sono certo espliciti e riconducibili alle forze politiche presenti in parlamento e che la costante e mirata azione di distruzione dei Partiti portata avanti dagli anni novanta in poi ha eliminato uno dei pochi reali strumenti di rappresentanza e di difesa di interessi non per forza riconducibili a potentati economici.

Mestizia nel constatare per quanti – anche a sinistra – il “buon politico” è quello più capace di lavorare e tramare per tutelare i propri interessi personali e “fottere” gli altri. Che poi sono gli stessi che ogni volta che si parla di “sinistra” se ne escono con frasi tipo “ah, purtroppo non ci sono più leader come Berliguer”.

Mestizia nel vedere giornalisti eccitati nel raccontare e fomentare le trame ed il gossip di palazzo, nel portare avanti con innaturale determinazione e convinzione la linea del loro editore, pretendendo tra l’altro di essere considerati “fini analisti”.

Mestizia, in fin dei conti, per non riuscire a vedere – almeno nel breve – una possibile alternativa alla lucida rassegnazione di chi mi diceva che questo governo sarebbe saltato prima di poter spendere i soldi che era riuscito ad ottenere.


Alessio Vaccaro


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