Non c’è nessuna speranza di vincere questa pandemia se il vaccino non sarà messo a disposizione di tutti. Per tutti si intende tutti tutti. Tutti gli abitanti del mondo.
E’ una corsa contro il tempo. Più il Covid-19 corre e più possibilità abbiamo di veder sorgere varianti resistenti ai vaccini in commercio. E’ ora di pensare seriamente a questa questione dei brevetti e ad un sistema che conferisce al profitto il primato, a qualsiasi costo.
Nel 1997 il Presidente sudafricano Nelson Mandela promulgò una legge che bypassava i brevetti autorizzando la produzione locale di farmaci generici a basso costo per la cura dell’AIDS. La legge non entrò in vigore a causa della minaccia di ritorsioni commerciali contro il Sudafrica e dei ricorsi di 39 aziende farmaceutiche, ma grazie alle pressioni internazionali le aziende di Big pharma si convinsero ad abbandonare il processo. Non tutti gli africani bisognosi di cure le ebbero, ma certamente si riuscì ad evitare un numero molto alto di morti per AIDS.
L’Unione europea che ben si era mossa per contrattare con le aziende farmaceutiche la distribuzione di vaccini in Europa si accorge che i contratti stipulati non solo si scontrano con i problemi di produzione, ma anche con le stesse regole del mercato, mai messe davvero in discussione. Le aziende farmaceutiche sono tentate di fornire i propri vaccini a chi paga di più, anche a costo di incorrere in problemi legati al mancato rispetto di accordi sottoscritti. La bruttissima vicenda di un presidente di una regione italiana che non si indigna per le offerte ricevute da intermediari che vendono il vaccino Pfizer al di fuori degli accordi europei e dei prezzi concordati ma, anzi, vuole seguire quella strada pensando di venirne fuori più forte degli altri governatori, la dice lunga.
In una situazione di scarsità di produzione, tutti i paesi ricchi sono portati a cercare di distribuirli prima ai loro cittadini, rimandando ogni sforzo comune per l’avvio di campagne vaccinali nei paesi poveri.
In Europa la consapevolezza su questo problema c’è. La Commissione europea sa bene che il virus sarà davvero sconfitto e l’epidemia superata solamente quando l’intera popolazione mondiale avrà raggiunto l’immunità di gregge. Per questo ha adottato il meccanismo ACT-Accelerator, istituito con l'aiuto della Commissione per stimolare la cooperazione globale e accelerare lo sviluppo e la messa a disposizione universale degli strumenti per combattere la Covid-19. L’Unione europea è infatti il primo finanziatore del programma COVAX, pilastro fondamentale dell’ACT- Accelerator, con ben 853 milioni di euro donati. Questo dovrebbe garantire circa il 20% della copertura vaccinale nei 92 Stati più poveri al mondo, con particolare attenzione ai Balcani occidentali, al vicinato orientale e meridionale e all'Africa.
Basterà? Se i vaccini continueranno ad essere imbrigliati nel sistema dei brevetti, molto probabilmente non basterà.
Il virus corre forte e così le varianti si moltiplicano. E’ facile immaginare che, se non si vince questa corsa contro il tempo, l’anno prossimo ci ritroveremo più o meno nella stessa situazione di inizio pandemia.
E’ il momento per affrontare questo tema a livello globale uscendo dalla logica pura e semplice del profitto. Dare la possibilità ai paesi poveri di accedere ai vaccini non è filantropia. E’ per prima cosa giustizia. E’ sapere che esiste un bene comune più alto del profitto di pochi. E’ avere la consapevolezza che questo bene comune non ha confini statuali e nemmeno continentali, e che se non centriamo in fretta questo obiettivo avremo semplicemente lavorato per aiutare quella piccola percentuale di ricconi ad arricchirsi ancora di più, lasciando il resto del mondo nei guai. E nel resto del mondo non ci saranno più solo i poveri dei paesi sottosviluppati, ma ci saremo anche noi, i cittadini privilegiati del primo mondo.
Sappiamo bene che di covid si può morire, ma con il covid muore anche l’economia reale.
Questa battaglia sui brevetti e sulla produzione a basso costo di vaccini e cure, non solo per il covid 19, è una battaglia che la buona politica e la sinistra europea non dovrebbe lasciare cadere.
Fra l’altro, lo sentiamo dire con sempre più insistenza dalla scienza, questo del Saars Cov 2 non sarà l’ultimo rischio pandemico che correremo nei prossimi anni.
Sveglia! Sinistra europea dove sei?
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