Colline bolognesi

Estate ormai dirompente con il sole a farla da padrone e un paventato caldo africano in arrivo e voglia, e bisogno, di socializzare dopo i lunghi tempi del lockdown pandemico (che, occhio, passata del tutto non sarà l’emergenza, ma un po’ di sano stare insieme sempre nel rispetto della sicurezza sociale credo davvero sia doveroso regalarselo).

Cosa meglio, allora, che permettersi una serata al fresco dei colli, magari assaggiando golose preparazioni e rinfrescandosi con cocktail sfiziosi o una buona bottiglia di vino?

Ecco quindi una mappa, incompleta of course ma sentitamente ragionata, di quello che ci si può aspettare da una notte in collina sotto le stelle.

Il fienile Fluò

Il luogo del cuore: per me, e per tanti, tantissimi altri, “La Collina delle Meraviglie” - foto copertina - (prenotazione, sempre consigliabile, al 349.1717883) di via di Sabbiuno proprio di fianco alla vecchia Lumiera e che, rispetto alla scorsa estate, presenta solo pochi, piccoli ma significativi aggiustamenti (il bancone del bar, ad esempio, molto più professionale e spazioso) perché il progetto di Fabio Giavedoni, Giulia Guandalini e Giovanni Villa continua a non mostrare crepe od incertezze. Alla circoscritta ma gustosa scelta del menù al solito cucinato nel foodtruck che caratterizza la Collina, si abbinano bottiglie eccellenti (e questo è l’atout davvero importante e vincente) e, novità di quest’anno, una serie di concerti che, iniziata con la  presentazione del nuovo disco e del tour estivo di Federico Poggipollini (lo scorso 30 giugno), vedrà esibirsi sullo sfondo del più bel tramonto che sia possibile vedere il 16 luglio i JusBrothers ed il 30 i LimboTree.

Il fienile Fluò

Il luogo romantico: senza dubbio, “Il fienile Fluò” (prenotazioni allo 051.589636) a Monte Paderno. Romantico, anzi romanticissimo. Sempre che si riesca ad accaparrarsi per l’aperitivo o la cena (ma dal giovedì alla domenica anche per il pranzo) uno dei tavoli sotto il filare di alberelli che nascondono mille piccole suggestive luci bianche sulla scarpata vista calanchi che, davvero, da sola, la vista, vale il viaggio. E per chi non dovesse lasciarsi rapire dalla suggestione, ecco la possibilità di partecipare a “La voce degli alberi” (passeggiata nei boschi circostanti con voce narrante e musica ambiente) o a “Scena natura” una rassegna di cinema, teatro e musica.

The place to be: naturalmente “Ca’ Shin" (anche in questo caso si consiglia prenotare allo 051.589419) a Parco Cavaioni. Che di spazio per ospitare al meglio i visitatori nel pieno rispetto delle regole di distanziazione ne ha davvero tanto (ed infatti lo slogan recita “lo spazio non ci manca e lo useremo al meglio per accogliervi al meglio”). In questo caso la novità corposa e sostanziale, quest’anno è la cucina dello chef Ivan Poletti, un grande delle cucine bolognesi ben conosciuto in città e non solo. Per il resto, lo spazioso spazio disponibile è stato suddiviso in quattro zone: la veranda, l’orto-teatro, il forno e La Casetta dove è possibile, tutti i giorni da mezzogiorno all’una, consumare un picnic composti da panini e centrifugati a km 0.

Dal Nonno

Il luogo storico: storico, ed infatti, non c’è persona che abbia orbitato per Bologna in estate anche solo per pochi giorni che non sia stato portato o sia capitato per caso dal “Nonno” (prenotazioni allo 051.589093) in via di Casaglia a poche centinaia di metri da San Luca. Crescentine, salumi, tigelle, sottaceti: il menù è quello classico dei colli bolognesi e l’ambiente è il più vario e trasversale che si possa desiderare.

Il posto trendy: senza dubbio “Adeguati” di quel gran camaleonte della cucina che è Cesare Marretti. Per il terzo anno su per Roncrio, in quello che era il dehor della storica “Taverna della scimmia” (ma si va a scavare nella preistoria dei ricordi dei biassanot bolognesi) si va, dopo aver rigorosamente prenotato al 348.8402559, per inusuali piatti alla brace e pizze gourmet nel forno a legna.


Commenti