Mi sta venendo dubbio, anzi due. Mi girano per la testa da un po’ a dire il vero. Ma dopo l’ultima sparata di oggi del Presidente Zaia che vuole fare il tampone a tutti i veneti, e le accuse di Fontana sulle mascherine … non me le tengo più.
Primo dubbio: ma questa classe dirigente della Lega, che governa il nord da tanti anni, è davvero così brava?
L’atteggiamento altalenante e, spesso, scomposta di Fontana e Zaia come lo dobbiamo leggere?
E’ vero che la Lombardia sta vivendo un momento difficilissimo e questo nessuno lo può negare. Avere una responsabilità in questo momento è sicuramente un peso importante, ma chi guida una regione dovrebbe saperlo fare con serietà, polso fermo e nessuna tendenza al narcisismo.
La scenetta con la mascherina è stata una pessima figura e accusare il governo di non voler mandare le mascherine in Lombardia è una caduta di stile notevole. La pronta risposta della Protezione civile rispetto alle difficoltà di reperimento a causa dei fermi alle frontiere, era sicuramente già conosciuta da Fontana. Non è possibile che non parli, più volte al giorno con il governo e con la protezione civile. Eppure affida certe sparate ai media.
Arriviamo a Zaia. Oggi se ne esce con la brillante idea di fare i tamponi a tutti veneti.
Anche lui, che non è l’ultimo pirla del bar sotto casa, dovrebbe avere gli elementi per capire che non è fattibile. Non solo perché la priorità sanitaria ora è un’altra, il sistema sanitario sta faticando a tenere il passo con i malati gravi, bisognosi di assistenza respiratoria, ma anche perché sarebbe una misura se non inutile, dannosa: chi sta incubando potrebbe risultare negativo e contagiare altre persone abbassando la guardia.
Questo lo so io, figuriamoci il presidente di una Regione. Anche lui ha perso lucidità?
L’Emilia-Romagna ha più casi e più morti del Veneto, eppure per ora non si sentono voci scomposte, accuse e idee balzane.
E qui arriva il mio secondo dubbio. E non è un bel dubbio.
Sicuramente la bestia di Salvini continua a lavorare, raccogliendo dai social il sentimento del popolo leghista, il quale una volta dice che serve l’uomo forte; l’altra che ci vorrebbe più coesione, magari un governo di unità nazionale; l’altra che il governo dovrebbe dare a tutti le mascherine; l’altra ancora che tutti vogliono fare il tampone per sapere se si sono infettati.
E così, questi politici, esperti ma sicuramente poco patriottici, danno voce ad intermittenza a questi vari e scomposti sentimenti. Sentimenti comprensibili, quanto scarsamente lucidi e informati.
A che serve tutto ciò? A non perdere troppi voti durante l’epidemia, intanto. E poi, magari, a sfruttare un malumore tenuto in vita domani, quando tutto sarà passato.
Lo so, non è bello, ma inizio a convincermi che potrebbe essere proprio così.
E’ molto consolante però vedere che gli italiani stanno mantenendo un atteggiamento molto responsabile e capiscono quello che gli conviene fare.
Spesso siamo meglio di come ci dipingono.
Infine, poche ore fa Ursula von Der Leyen, presidente della Commissione europea, è intervenuta nuovamente sull'emergenza COVID-19 in Europa. Due volte in due giorni, dopo la pessima conferenza stampa della signora Lagarde, presidente della BCE.
Aveva urgenza di dare alcuni segnali: faremo tutto il possibile per aiutare l'Italia. Spendete tutto ciò che serve, noi non vi ostacoleremo e, infine, cari tedeschi e francesi non potete fermare le mascherine ed altro materiale sanitario destinato all'Italia. Cari paesi europei, deve tornare la solidarietà reciproca, altrimenti non ce la faremo.
Morale: siamo in una situazione mai vissuta prima, non tutto funziona come vorremmo, aiutiamo chi ce la mette tutta.
Alice
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