Non si può
dire che tu sia arrivato all’improvviso, perché non è stato così, abbiamo avuto
il tempo di conoscerti, di sottovalutarti, ma alla fine ti abbiamo capito, o
almeno ci stiamo provando.
I decreti restrittivi
del governo ci hanno fatto comprendere l’entità del tuo male, ci sono volute prese
di posizione decise e forti per convincerci a non metterti in secondo piano.
Hai fermato
tutto: dall’economia, alla scuola, passando per ristoranti fino ad arrivare
allo sport, e quindi anche al calcio.
Per noi
appassionati non avere nemmeno la possibilità di dare due calci a un pallone in
compagnia, o di aspettare con ansia e gioia la squadra del cuore la domenica è
molto doloroso.
A causa tua viviamo
nell’incertezza più totale: date di ripresa delle leghe divenute spesso
convenzionali, campionati bloccati in quasi tutti i continenti, europei che
slittano al 2021 e allenamenti bloccati.
Tutto questo
causa una notevole flessione economica per tutti i club, grandi e piccoli che, senza
introiti da parte dei diritti televisivi e dalla vendita dei biglietti, alla
fine di questa pandemia dovranno fare i conti – anche loro - con un bilancio a
dir poco rosso.
Ma in questo
momento di grande riflessione risaltano all’occhio alcuni atti benevoli che, in
un mondo dominato dai soldi e da una sfrenata competizione, ci dimostrano che
ancora oggi alcuni valori sono rimasti.
Basti
pensare ad alcune squadre di Ligue 1, come il Lione, che hanno tagliato gli
stipendi ai loro giocatori, i quali vengono così equiparati a qualsiasi altro
lavoratore.
In Bundesliga
i giocatori del Borussia Monchengladbach si sono volontariamente abbassati lo
stipendio per permettere a tutti i dipendenti del club in difficoltà di
continuare ad avere una vita dignitosa.
Per non
parlare delle infinite donazioni agli ospedali più bisognosi del paese da parte
di tantissimi giocatori, da Bernardeschi a Ibrahimovic, passando da Totti a Di
Lorenzo.
Sono state
fatte anche donazioni societarie: è il caso di Bologna, Inter e Roma, che hanno
donato agli ospedali delle rispettive città una cifra totale di 1.000.000 di
euro e 300.000 mascherine.
Quando si
dice che tutto il male non viene per nuocere, ritengo che sia vero.
È vero
poiché nonostante le evidenti problematiche sotto gli occhi di tutti, questa
situazione estrema ci porta a mettere in standby la vita per un po’, a meditare
su chi sei e ti spinge a vedere questo isolamento da tutto come un valore,
paradossalmente un valore di unità.
Ci sentiamo
uniti banalmente apprezzando le piccole cose, come mettersi alla prova palleggiando
con la carta igienica, emulando i grandi campioni sui social, o grazie alla tv,
che ci fa rivivere le stesse emozioni riproponendo quell’incredibile percorso della
nostra Italia del 2006, e in particolar modo quel rigore di Grosso alla Francia,
che ci trasmette le stesse emozioni di 14 anni fa, rendendoci più uniti, pur
non potendoci nemmeno toccare.
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