In questo ultimo periodo si parla sempre più di Elizabeth Warren, la senatrice del Massachusetts candidata alle primarie del Partito Democratico
statunitense per le elezioni presidenziali del 2020. I riflettori sono stati
puntati su di lei dopo la notizia del sondaggio relativo all’ Iowa - lo Stato
da dove partiranno le primarie –che la vede in testa con il
22% delle preferenze, davanti all’ex presidente Joe Biden (al 20%).
Ma chi è Elizabeth Warren? Settant’anni, insegna legge all’ università, negli anni Duemila fu portavoce dei diritti dei risparmiatori e dei consumatori impegnandosi in varie battaglie per una maggiore regolamentazione del settore bancario e delle multinazionali. Nel 2010 fu scelta da Barack Obama come responsabile di una Authority federale che facesse opera di vigilanza sui prodotti finanziari, al fine di tutelare i consumatori dalle speculazioni bancarie.
Ha sempre puntato il dito contro le lobby, contro Wall Street (nel 2008 fu soprannominata la "sceriffa di Wall Street"), tanto che la sua campagna elettorale è finanziata da piccoli donatori, che ringrazia personalmente con una telefonata.
E’ stata la prima fra tutti i democraticia
candidarsi per la corsa alla Casa Bianca; nel 2016 si era
schierata a favore di Hillary Clinton, e appena eletto Presidente Trump,
annunciò un disegno di legge sul conflitto d’interessi relativo all’impero
economico del nuovo inquilino. L’intento era fare leva sul conflitto per arrivare
prima o poi all’impeachment.
Trump dal canto suo, facendo riferimento alle origini nativo-americane, per
schernirla le ha attribuito il nomignolo di “Pocahontas”, lei non
pare scomporsi, tanto da definirlo “un bullo razzista” e “un
ometto arraffa soldi insicuro”.
In queste primarie, le più
affollate di sempre, 12 candidati (….) ha promesso di ridefinire le regole del
gioco per stabilire un sistema capitalista più giusto ed egualitario,
battendosi per spezzare le posizioni dominanti che alterano le dinamiche del
mercato e liberare la concorrenza. Una posizione di decisa opposizione al
monopolio delle aziende della Silicon ValleY, Amazon, Facebook, Apple, Google.
Nei dibattiti espone i
progetti volti ad un cambiamento reale: dalla scuola materna universale,
all’introduzione di un sistema sanitario universale sul modello del welfare
state europeo, dal cambiamento climatico e la green economy, all’imposta
patrimoniale del 2% sui patrimoni compresi fra cinquanta milioni e un miliardo di
dollari, da rendere gratuita l’iscrizione a corsi di laurea di due e quattro
anni in università pubbliche, a investire 500 miliardi in 10 anni per costruire
e risanare appartamenti a costi contenuti e destinati a famiglie con redditi
bassi.
Le proposte che ha enunciato e pubblicato su Medium –
la piattaforma di pubblicazione di contenuti online – sono almeno una ventina
contro una media di cinque/sei dei diretti rivali e due soltanto del favorito
Biden.
Anche con lo slogan non
scherza: “Warren has a plan for that”, in pratica ha un piano per più o meno tutto. Sarà sufficiente? La mission
sarà possibile?
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