Risorgere ai giorni nostri


Osare l’inosabile,  intaccare l’inattaccabile. Ma anche pensare libero, scoprire l’altro, e per esempio togliersi le cuffie che non ci fanno sentire il mondo





A ben guardare si può risorgere anche ai giorni nostri, e quasi tutti i giorni. Certo non come Gesù il Risorto, che come abbiamo studiato al catechismo è al contempo Dio e Uomo, ma come uomini e donne -per chi crede, suoi figli e sue figlie- che possono dire “oggi proviamo a risorgere” con le nostre forze con la nostra volontà.





Risorgere è anche cambiare strada, fisica e mentale, sociale ed economica, personale e collettiva. Non si può stare nella strada della morte, del non senso, del senso unico, del cattivo senso. E sappiamo quanto era mortale la strada del Calvario e quanto sono mortali le nostre strade, i nostri presunti viali, i nostri piccoli sentieri talora smodatamente mondani e non mondati.  Risorgere a volte è più facile e spontaneo del previsto del prevedibile.





E’ osare l’inosabile, è intaccare l’inattaccabile, è spostare il presunto nel presumibile. Umanamente possiamo decidere di risorgere quando ci sta: e Dio solo sa quante volte ci sta.





Risorgere è anche togliersi le cuffie dalle orecchie che non ci fanno sentire più nulla del mondo, dell’aria, del rumore della vita che ci manda spesso più messaggi di whatsapp.





Risorgere è anche guardare laterale e vedere particolari che spesso non scorgiamo o non vogliamo scoprire. Risorgere è anche esercitare la pazienza in coda, alla cassa, in coda all’incrocio, dietro un corteo improvviso di gente che avrà le sue ragioni per sventolare cartelli e stendardi.





Risorgere è anche sconfiggersi un po’, fallire per ricredere, processare per riprogrammare, disattivare per capire che cosa era veramente attivo e cosa per nulla attivabile.





Risorgere è anche ripensarsi e pensare di pensarsi più o meno lontani dal pensiero comune. Pensare libero ma anche pensare altro senza il pensiero fisso. Così capiremmo meglio l’altro, che è forse al nostro fianco come individuo, ma che è anche dentro di noi, come tarlo.  





Risorgere anche cercare qualcosa che non troveremo mai, guardando di cuore e non solo di vista.





Dice un frammento del dialogo del Risorto il film: “Le corde sono come esplose. Ho visto due cose che non riesco a conciliare: un uomo morto senza ombra di dubbio e quello stesso uomo di nuovo vivo”.  Cercare di  “essere di nuovo vivi” mi sembra un buon allenamento quotidiano. Tutti ci chiediamo se ci sarà vita dopo la vita quando sarebbe il caso di vivere durante la vita.


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