Un nuovo nome per un futuro migliore


Avevo 8 anni quando la questione del “nome Macedonia” diventò un problema di carattere internazionale tra la Grecia e l’ormai ex “Repubblica di Macedonia”.





Per 27 lunghi anni i due paesi hanno continuato a litigare, negoziare, discutere, pensare e ripensare su come risolvere il problema creato da una parola: “Macedonia”.





Lo scorso 25 febbraio – con l’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento greco, dopo il travagliato percorso in quello macedone - si è finalmente posta la parola fine ad una questione che per tutti i “non macedoni” e “non greci” sembrava semplicemente irrazionale.





Per 23 anni il diplomatico statunitense Matthew Nimitz ha cercato incessantemente un terreno comune di dialogo senza mai smettere di lavorare nonostante i tanti tentativi inutili e i tanti errori di diplomazia da parte dei due Paesi.





Una bella sfortuna per un Paese giovane e poco stabile come la Repubblica di Macedonia che ha dovuto affrontare diversi problemi legati alla transizione democratica e dal processo di “State and Nation building” dopo la dissoluzione della Yugoslavia oltre che a problemi interni di carattere economico, politico e sociale.





Non è stato tutto“rose e fiori” neanche nella “culla della democrazia”, la quale nell'ultimo decennio ha subito una crisi economico-finanziaria senza precedenti che ha minacciato seriamente la stabilità dell’Eurozona.





Dopo decenni di conflitto, lo scorso anno è finalmente emerso un nuovo stato d'animo che ha portato all'accordo firmato sulle rive del lago Prespa a giugno 2018 dal Primo Ministro greco Alexis Tsipras e dal Primo Ministro macedone Zoran Zaev.





Sintetizzo di
seguito i punti principali dell’Accordo:





Nome: Repubblica di Macedonia del Nord (EN: Republic of North Macedonia/MK: Republika Severna Makedonija). Il nuovo nome sostituirà anche lo scomodo acronimo FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia) presso le Nazioni Unite. In macedone il nome sarà Severna Makedonija, in greco Voria Makedonia.





Uso: erga omnes (per tutti,incluso i paesi che hanno già riconosciuto Repubblica di Macedonia sotto questo nome)





La lingua continuerà ad essere conosciuta come macedone e la sua popolazioneconosciuta come macedoni (cittadini della Repubblica del Nord Macedonia).





I due paesi sono inoltre d’accordo:





  • Sulla "necessità di astenersi dall'irredentismo e dal revisionismo in qualsiasi forma" - visto i timori dei greci che i macedoni potrebbero avere pretensioni sul loro territorio.
  • Sul contrastare la propaganda e l'istigazione di stato e accettare di istituire un gruppo di esperti per considerare un'interpretazione oggettiva della storia.
  • Che "I termini 'Macedonia' e 'Macedone' si riferiscono ad un contesto storico e patrimonio culturale" diverso (ovvero Slavo e non legato all'antica Grecia).
  • Che la nuova Repubblica della Macedonia di Nord rivedrà lo stato di qualsiasi edificio pubblico o monumento che faccia riferimento alla storia greca antica
  • Che oltre a sostenere la sua adesione alla NATO, la Grecia sosterrà anche la candidatura di adesione all'UE della Macedonia del Nord.




L’accordo e le procedure di approvazione che ne sono seguite, sono state accompagnate da forti opposizioni in entrambi i Paesi, sia organizzate che “spontanee”.





Sinceramente non
credo ci siano persone che possano dirsi pienamente soddisfatte o felici dell’accordo
(e probabilmente questo è il segreto di ogni buon compromesso), ma di contenti ne
conosco qualcuno (me compresa).





La verità è che è stato fatto uno storico passo in avanti nei rapporti tra i due Paesi e nella loro stabilità geo-politica, in un periodo in cui tutto il resto del mondo sembra mosso da sentimenti di chiusura che rinnovano e alimentano pericolosi afflati nazionalisti.





La speranza è che questo passo porti con sé un futuro migliore: per la Macedonia del Nord, per“quella del Sud”, per la Grecia, per i Balcani, per l’Europa.





Me lo auguro di cuore.


Commenti