Gerda Pohorylle - La (prima) ragazza con la Leica


La ragazza con la Leica (Guanda 2017)





“Da quando hai visto quella foto, ti incanti a guardarli. Sembrano felici, molto felici, e sono giovani, come si dice agli eroi. Belli non potresti dirlo ma neanche negarlo, e comunque non appaiono eroici per nulla. Colpa della risata che chiude i loro occhi e mette a nudo i denti, un riso non fotogenico ma così reale da renderli stupendi …”.





Inizia così, con la descrizione di una fotografia scattata nel 1936 a Barcellona, “La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek (Premio Bagutta e Premio Strega entrambi nel 2018, per quel che valgono i premi letterari così sviliti dal' affare Nobel).





La cosa che più colpisce, nella descrizione ma ancora di più guardando la foto, è l’imperfezione della stessa. Uno scherzo, una forzatura,un qualcosa che non ti aspetti. Perché loro, i due eroi ancora inconsapevoli di se stessi, sono Robert Capa e Gerda Taro, lui il più famoso e lei la prima fotoreporter in un tempo in cui il termine non era ancora stato coniato. Il libro, però, non è la storia di un amore, o almeno non solo di un amore in tempo di guerra (la guerra civile spagnola), ma la storia di una ragazza che “…per quanto splendida e fuori dagli schemi, fu parte di relazioni in cui tutti, anche i più miti, fecero una cosa che per noi oggi è difficile concepire. Gerda e i suoi amici, ragazzi nati a cavallo della Grande Guerra, avevano chiaro il fatto che ciascuno di loro era soggetto della propria vita e della propria storia …”. Ecco perché la coppia di amanti più celebre del loro tempo lascerà Parigi, quando vivere a Parigi senza nient’altro che una Leica era l’arte di arrangiarsi giorno dopo giorno, per arrivare a vivere quella che fu la breve estate dell’anarchia di André Friedman e Gerda Pohorylle (i veri nomi di Capa e Taro), laggiù a Barcellona.


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