“Chicago” di David Mamet


Chicago (Ponte alle Grazie, 2018)





Chicago, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30, era una città in guerra divisa tra il North Side controllato dagli irlandesi ed il South Side di Al Capone. Una città incapace di reagire allo strapotere delle bande, umiliata com’era dalla corruzione dei politici, dalla brutale partigianeria della polizia, dai vizi e dalle perversioni dell’alta società.





Questo “Chicago” di David Mamet, che certo è un giallo ed anzi un noire in piena regola, è però anche una dichiarazione d’amore, un atto dovuto ad una città, e d'un tempo, che seppe comunque combattere, ed alla fine vincere, questa guerra sotterranea e fratricida. Una guerra mai dichiarata in cui l’eroe eponimo è quello di tanta letteratura, e tanto cinema, sul periodo: un giornalista, in questo caso Mike Hodge veterano della Prima Guerra Mondiale e giornalista, appunto, del Tribune. Un reporter cinico, dedito alla ricerca, il più delle volte impubblicabile, della verità e dalle bevute senza fondo di alcol di contrabbando e che ama, novello Romeo, la Giulietta sbagliata.





Un romanzo duro ed ironico, romantico e spietato (penalizzato appena da una traduzione a tratti infelice) che fa tornare in mente Walter Matthau e il suo immortale “…è la stampa, bellezza …”.





Buona lettura!






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