Il ponte romano


In queste strane giornate di festa e vacanze venate dal lutto e dallo sconcerto della tragedia di Genova, mi permetto di condividere alcune informazioni e qualche ragionamento.





La prima domanda che sorge è: “ma com’è possibile che un’opera di tale importanza ed imponenza crolli improvvisamente senza che nessuno ne avesse avuto sentore ed avesse allarmato l’opinione pubblica ed i tecnici preposti”. La risposta purtroppo sta in un mix micidiale d’ignavia e di superstizione, si anche la psicologia ne è coinvolta.





Tutti i tecnici ed intendo per tali i chimici e gli ingegneri sanno che il cemento Portland dura dai 50 ai 100 anni a seconda del sollecitazioni e delle condizioni atmosferiche alle quali è sottoposto.





Il disastro di Genova era un disastro annunciato ma non si è fatto abbastanza. I tiranti metallici annegati nel cemento compresso che sostenevano le campate di quel ponte per precauzione andavano regolarmente sostituiti e rinforzati per contrastare il loro degrado dovuto all’usura del tempo ed alle vibrazioni prodotte dall’intenso traffico di mezzi pesanti. Infatti la campata che negli anni scorsi era stata rinforzata con nuovi tiranti è ancora su. Perché non è stato fatto? Perché costava molto e perché una mitologia illogica, quasi magica, sulla resistenza del cemento associata alla logica del risparmi sulle manutenzioni ha prevalso.





Il paradosso di tutta questa situazione è rappresentato dal fatto che mentre crollano ponti sul Po e a Genova costruiti in modo moderno solo 50 anni fa, abbiamo sotto gli occhi ponti e manufatti costruiti 2000 anni fa dai romani (Pont du Gard in Francia, ponte di Tiberio a Rimini, ponte di Verona, Il Colosseo, Il panteon ecc..ecc) che resistono benissimo ai millenni senza particolari manutenzioni. Perché? Il perché dovrebbe farci riflettere. Il cemento Potland , che fondamentalmente è un impasto di Calcio e Silice ottenuto ad altissime temperature (si calcola che il 7% del riscaldamento globale sia dovuto alla produzione del cemento) è 10 volte piu’ resistente del cemento usato dai romani. Questa maggiore resistenza, che permette costruzioni piu’ ardite, è pero’ bilanciata dalla minore resistenza all’usura. E’ risaputo che il cemento Potland a causa delle vibrazioni e a seguito dell’effetto degli agenti atmosferici accumula microfratture interne che ne fanno prevedere il ciclo di vita dai 50 ai 100 anni, secondo le sollecitazioni aille quali è sottoposto.





Il cemento messo a punto dai romani a partire dal secondo secolo A.C. ha una particolarita’ rispetto al “moderno” Portland, oltre alla calce che contiene il calcio ed oltre a composti a base di silicio (la sabbia è un insieme di cristalli di silicio) aveva una componente importante di sabbia vulcanica (portolana) la quale contiene anche alluminio. Il cemento romano oltre ad essere ottenuto a temperatura ambiente ha il vantaggio che il legame che si determina fra calcio, silicio ed alluminio determina dei composti (tobermoriti alluminose) che sono impermeabili all’acqua. Inoltrel’azione dell’acqua marina genera ulteriori cristalli che paradossalmente lo rafforzano. Plinio il Vecchio nel 79   D.C. nel suo Naturalis Historia scriveva a proposito dei manufatti realizzati con il cemento romano: “diventano una massa unica in pietra inespugnabile alle onde e ogni giorno piu’ forte”.





Il secondo aspetto che è alla base di questa millenaria resistenza è l’arco. Il sistema di costruire arcate per costruire ponti ed edifici era noto molto tempo prima dei romani, lo conoscevano gia’ i Persiani e gli stessi Etruschi. I romani pero’ con l’invenzione del cemento romano riuscirono a costruire archi con una luce anche di 50 metri e questo gli permise di modificare il profilo e l’estetica delle citta’. Prima i romani dei romani i fiumi passavano accanto alle città ma non dentro, pensiamo ad Atene ed alle città degli egiziani. Dopo il secondo secolo dopo Cristo le città fondate dai romani: Parigi, Lione, Londra, Vienna Budapest ecc... possono essere attraversate dai fiumi perché i ponti a lunga campata ne permettono l’attraversamento.





Ma perché l’arco è cosi’ importante? Perhé usa la forza di gravità per sostenersi, i due semiarchi confluiscono in un punto dove scaricano il loro peso e cosi’ la gravita’ invece di far cadere la struttura la sorregge e sottopone i materiali a sollecitazioni meno forti.





La mitologia introdotta dal cemento Portland innesca quasi un delirio di onnipotenza, non si usa intelligentemente la forza di gravità ma vi si oppone fidando nella forza del cemento, salvo poi non rigenerarlo…





Forse è per la saggezza dei costruttori romani che il termine Pontefice massimo (direttore della costruzione dei ponti) è divenuto un termine dal significato ben piu’ ampio…


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