Cremeria Santo Stefano


“…Sotto questo sole è bello pedalare sì ma c’è da sudare…Sotto questo sole rossi e col fiatone e neanche da bere…” così cantavano Francesco Baccini coi Ladri di Biciclette nel 2002 (anche se la canzone è del 1990). E forse fu il caldo, o forse fu l’euforia del mondiale appena vinto dall’Italia sulla Francia (ricordate la famosa zidanata ai danni di Materazzi?) che spinse Gianni Cavallari, una ben avviata attività familiare di biscotteria di qualità alle spalle (ma condotta ormai senza quell’entusiasmo che caratterizza tutte le scelte del vulcanico Gianni) ad inventarsi una nuova vita ed aprire quello che, in breve, sarebbe diventato un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli amanti del gelato, quello buono: la “Cremeria Santo Stefano” (al numero 70 dell’omonima via, proprio all’angolo con Remorsella). 









La domanda, all’epoca, fu come distinguersi in un panorama ormai inflazionato da tutta una serie di format (o progetti come pomposamente si autodefiniscono simili situazioni) che generalmente, invece di offrire un prodotto di qualità ad una base allargata di possibili fruitori, solitamente la abbassano,  si parla di qualità, standardizzandola ed uniformandone sapore gusto e presentazione. La risposta, vista anche la propensione di Gianni, nel frattempo affiancato nel lavoro, nella ricerca e nelle decisioni dal figlio Mattia, non poteva che essere privilegiare la curiosità e quindi la ricerca di materie prime di altissima qualità ma anche di abbinamenti, ricette, sapori e accostamenti non usuali. Una scelta che con gli anni, ma pochi, ha dato i frutti sperati (e a testimoniarlo, oltre ai  numerosi premi e riconoscimenti ricevuti tra i quali il prestigioso TreConi riservato alle migliori gelaterie dal GamberoRosso, potrà pur contare la diretta testimonianza di chi, arrivato per una rinfrescante granita, si è trovato a doversi districare tra sacchi di pistacchi, mandorle e lavanda appena consegnati). Nella piccola, elegante, frequentatissima bottega di SantoStefano adesso è possibile trovare oltre agli ormai classici Crema delle Zitelle (con mascarpone e pinoli), Crema delle Sette Chiese (con vere bacche di vaniglia), Pistacchio di Bronte (pistacchi di Bronte D.O.P.) o Nocciola di Cravanzana (nocciole piemontesi I.G.P.) altri gusti che la dicono lunga sullo studio e la passione che hanno accompagnato la crescita professionale dei nostri gelatai come il Budino di Provenza (un pralinato di mandorle e nocciole) o il Pistacchio salato del Bosforo o lo Speculoos (caramello al sale con Biscotto alla Cannella).









Naturalmente, o forse non tanto naturalmente, ma come in ogni modo ci si potrebbe aspettare, la gelateria vera e propria è stata pian piano affiancata dalla produzione di meravigliose coloratissime praline (subito a fianco alla gelateria vera e propria è stato infatti inaugurato da un paio d’anni il “Laboratorio Cavallari” dotato di appositi macchinari dedicati appunto alla produzione di queste e della cioccolateria, tra cui le uova di Pasqua che vengono preparate praticamente in vetrina per la gioia dei bambini che si trovano a passare da quelle parti) e da piccole fragranti brioches che, purtroppo, vengono preparate solo ogni tanto, quando la realizzazione delle altre gourmandise lo permette. Tutto questo, naturalmente, senza dimenticare le freschissime, inaspettate e goduriose (se mi passate il termine) granite, che possono essere declinate anche come ghiaccioli, allo zenzero, limone e curcuma o con amarene di Cantiano o al tè nero con bergamotto e zenzero, con mandorle, acqua di fiori d’arancio e cannella o, infine, al cioccolato fondente 100% puro Madagascar.





A questo punto non rimane che ricordare, a chi come noi è dedito al TirarTardi, che la “CremeriaSantoStefano” (dietro il cui bel bancone si muovono con grazia, competenza e gentilezza Fabiana, Lucia, Federica e Giulia) è aperta tutti i giorni, lunedì escluso, fino alla mezzanotte.


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