La Nausea, Forrest Gump e l’Idiota

Risposta alla recensione di Stefano Righini (qui l'articolo: http://iltiromagazine.it/la-nausea-di-jean-paul-sartre/)

A te il primo accostamento, quello tra Antonio Requentin e Forrest Gump
Che la mia mente ha trasferito in un altro versante, un’altra riva, dove ad attendere ho trovato il principe Myškin . Lidiozia dell’aristocratico russo la percepisco simile al candore statunitense di Forrest. Entrambi vivono la loro epoca storica in una società degli orrori: Myškin tornato in Russia dalla Svizzera, di fronte alla corruzione morale/sociale sprofonda nell’oblio del Nulla (leggi pazzia), Forrest tornato in America dal Vietnam, di fronte al cinismo delle classi sociali tutte di fronte alla tragedia dei reduci, corre fino allo sfinimento, fino a sentirsi non più in grado di farlo. Sentire, sentirsi, avere contatto autentico con la realtà può come aspirazione mandarti al manicomio. O darti la Nausea se il senso o l’essenza che aneli di toccare appare/é impenetrabile e vuoto come il Nulla.

Silvana Rovito

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