Basket: Virtus e Fortitudo ripartono dagli allenatori

C’è chi ha giocato per lo scudetto, alla faccia della Virtus. Milano e Trento è finita alla sesta, 4 a 2 per la metropoli, ma Trento ha dimostrato di essere viva e ha lottato, da sola in campo, ma sugli spalti erano in tanti e tanti auguri per il futuro ai montanari, allora.

E c’è chi ha giocato per la promozione, questa volta alla faccia della Fortitudo. Trieste e Casale (ah, la fatal Casale) è finita 3 a 0 e a salire sono stati i giuliani.

Ma BasketCity è abituata a non farsi mancare nulla ed ecco allora che, in quest’inizio di lunga, e calda, estate, si è vissuto il prologo di quello che, si spera, sarà un romanzo bello e fortunato. La scelta dei due, rispettivi, coach. Iniziamo dalla Fortitudo, per una volta non succube delle tregende cui tanto ha abituato il suo popolo. E che, grazie ad un tempismo e ad una dimostrata volontà davvero invidiabile ha contrattualizzato quell’ Antimo Martino che, da almeno un paio d’anni, era sia la sua bestia nera (con Ravenna che, guidata da lui, ha sempre vinto al PalaDozza) sia, di controcanto, il suo obbiettivo principe. Una scelta (l’allenatore è giovane, ambizioso, rodato, abituato a far giocare bene chi ha), siamo certi, che porterà in dote, prima ancora che vittorie e promozione, entusiasmo, gioco e crescita dei singoli (già salutato Amici, il ceffo da galera e poco altro di Boniciolliana memoria, non rinnovati né Gandini, quello che valeva Jabbar sempre per il coach triestino, né Italiano, l’ultimo superstite delle resistibili campagne degli ultimi anni, hanno ancora contratto Mancinelli, Rosselli, Cinciarini, Chillo e Pini ma non crediamo resteranno tutti). Nomi ancora non ne circolano, ma basterà pazientare un po’ per vedere anche la cara vecchia F iscritta al gioco delle figurine ( in subordine una notizia che esprime, more solito, lo spirito dell’F; le maglie dell’anno venturo saranno disegnate dai tifosi, con tutto quello che ciò vuol dire. Una bella notizia, quindi, se, dopo due stagioni in cui le maglie sembravano disegnate da uno stylist ubriaco, ce ne sarà finalmente una decente).

La Virtus, adesso. Che ha patito una scelta non condivisa e si è a lungo trovata impelagata nei tentennamenti e nei dubbi dei califfi di volta in volta avvicinati. Detto subito che Djordjevic e Scariolo sono apparsi da subito più bei soprammobili da mettere in vetrina che candidature forti, il rimpianto può essere solo per Trinchieri (non certo per Banchi, vincitore di uno scudetto revocato, e quindi …, a Siena e poi esonerato ovunque), giovane, esperto, carismatico, quotato. Ma anche, per forza di cose, ambizioso e voglioso di prebende, contesti e scenari conseguenti. Intendiamoci: grande allenatore e abituato anche a crescere giovani talenti. Ma se puoi avere, o credi di potere, ostriche e champagne a vita, non si vede perché (lui almeno non lo ha visto) accontentarsi di lambrusco e tortellini (che poi certi lambrusche siano migliori di tante bollicine da grande distribuzione, e che i tortellini quando buoni valgano qualunque grande specialità, lo sappiamo tutti e forse anche lo stesso Trinchieri). Forse, semplicemente, non erano maturi i tempi, ma vista l’alternativa che è stata prontamente firmata dal new A.D. DellaSalda, non siamo poi così convinti che quella che, appunto, è stato presentato come un ripiego non fosse, sottotraccia ma fortemente, già stato individuato. Stiamo parlando di Stefano “Pino” Sacripanti, un ventennio dì esperienza in piazze storiche o rampanti, titolare di campagne europee importanti in Champions (che poi è la coppetta che la gloriosa Virtus sarà chiamata a disputare) ed abituato sia a crescere giovani, sia a governare vecchi fenomeni (e tenuto il califfone Aradori e il giovane virgulto Pajola, e cercati nel’appena iniziato risiko del mercato il muscoloso Reynolds e l’eterno Leunen e già preso, sembra, il futuro crac Flaccadori, di questo ci sarà bisogno: un navigato capitano in grado di attraversare le onde di ogni oceano).

E poi a garanzia del suo basket, e a BasketCity vale quanto e più di ogni investitura, basterà ricordare come il buon Sacripanti sia stato pure vice di guru Messina nella sua ultima apparizione da CT.

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