"051": storia di successo e semplicità

Una sera di qualche anno fa, una di quelle che nascono così. In giro, incontro un’amica, beviamo qualcosa, lei è invitata all’inaugurazione di un nuovo locale nel quadrilatero e così mi aggrego. Di quella sera ricordo una gran baraonda, tantissimi invitati, confusione, c’era talmente tanta gente che non si riusciva nemmeno a scambiare due parole con i proprietari (tutti giovani, giovanissimi, e gentili, gentilissimi). Così fummo invitati, io da imbucato, a lasciare l’inaugurazione e ad andare a festeggiare con loro che avevano un tavolo prenotato al “NuLounge” di via De’Musei (il Portico della Morte). E fu un tourbillon di bottiglie di Krugg e magnum di Crystall e viceversa (bottiglie di Crystall e magnum di Krugg) per quella che rimane una delle serate, alcoliche, memorabili.

Da allora, gli anni sono passati e lo “051” (e già, il locale nuovo, per modo di dire visto che era il terzo dopo il quasi dirimpettaio e quello di via de’Pignattari che aveva preso da anni il posto del vecchio e storico ristorante toscano di cui, mannaggia alla memoria, non ricordo il nome era proprio lo “051 – Zerocinquantino” di via PescherieVecchie 3) è rimasto nei ricordi ma senza suscitare particolari emozioni.

Anni dopo, però, la constatazione che, cosa davvero insolita per una città in cui la durata media di un locale anche di successo (anzi, di successo) si misura in 3, massimo 4 anni, quello che sembrava essere solo un format come tanti invece di esaurire la propria endemica vita cresceva, mi ha incuriosito. Adesso, gli “051” in città sono otto: ai tre già ricordati (“051 – Osteria” di via De’Pignattari, “051 – Zerocinquantello” di Pescherie Vecchie 2” e “051 – Zerocinquantino” di via Pescherie Vecchie 3) si sono aggiunti negli ultimi tempi, e cioè da quando la movida bolognese ha invaso e colonizzato la zona del Mercato delle Erbe, lo “051 Tigelle&Vino” in via Belvedere 7 e lo “051 Burger&Grill” di via SanGervasio 1 e, ma questo all’inizio dell’anno, un altro “051 Tigelle&Vino” in piena zona universitaria, in Largo Respighi 6 proprio davanti il Teatro Comunale. A questi, naturalmente, vanno aggiunti gli storici (dove tutto è cominciato) “051 Osteria” di Villanova (via Tosarelli 163) e “051 – Cocktail&WineBar” di San Lazzaro (via Emilia 236).

Il motivo del successo? Forse la differenziazione delle proposte e le specificità dei singoli locali che danno comunque, e forte, la sensazione di un qualcosa in divenire: gli Zerocinquantini e il Tigelle&Vino offrono taglieri e gastronomia veloce, il Cinquantello, e le Osterie, come da nome, sono più osteria con una scelta più vasta di vini e piatti pronti, il Burger&Grill è invece specializzato nella carne di qualità alla brace e ha una cucina che, a dispetto di quanto si possa credere non è male (alcuni piatti sono più riusciti di altri, ovvio, ma in assoluto se cerchi un posto dove mangiare in fretta e dignitosamente, fuggendo i mangimifici da turista esclusiva del quadrilatero, rappresenta un’ottima alternativa). Anche il servizio è curato (stiamo pur sempre parlando di un format) merito del personale, tutto giovane, motivato, attento e … pulito. Sarà una nostra fissa, ma la pulizia dei locali che frequentiamo rappresenta una discriminante sine qua non. I ragazzi (già detto, vero, che sono tutti giovanissimi) del servizio indossano tutti camicie bianche inappuntabili sotto un bel grembiule nero lungo, di quelli da brasserie francese e un sorriso non lo negano a nessuno. Piccole cose, d’accordo, ma di quelle che fanno la differenza.

E poi eccola qua la parola magica: qualità. Per dire, le tigelle (tra le migliori che si possano mangiare in città) sono lavorate a mano e lievitate per almeno 24 ore e vengono preparate ogni giorno compresa la domenica, insieme a tutti gli altri prodotti da forno nel panificio di Villanova così come la pasta fresca e il ragù alla bolognese che segue pedissequamente la ricetta (una delle ricette possibili, visto che ogni casa custodisce gelosamente la propria). Le carni, infine, sono scelte rigorosamente nel territorio come i vini (il vino della casa, ad esempio,un dignitosissimo Bianco Bolognese, è imbottigliato da Corte D’Aibo).

Ripeto, nulla di indimenticabile, ma in una città in cui chiunque si improvvisi ristoratore (o oste o barman) il suo quarto d’ora di celebrità riesce a guadagnarselo (è vero c’è anche chi fallisce prima, ma sono casi limite) “051”, in una qualsiasi delle sue multiformi essenze, offre un pranzo veloce, una sosta golosa, un aperitivo, una cena informale assolutamente da consigliare.

Stefano Righini

 

Commenti