La Resistenza di Gabriella

Originaria di una famiglia contadina di idee socialiste, dopo l'8 settembre del 1943 Gabriella - assieme al marito Bruno Reverberi, cascinaio comunista di cui condivideva le idee - aveva trasformato la propria casa in una base della Quarta Zona della Resistenza. La giovane donna aveva anche partecipato ad azioni di sabotaggio e, soprattutto, si era molto impegnata (benché avesse due bambine piccole e fosse in attesa di un terzo figlio), nell'organizzazione dei primi "Gruppi di Difesa della Donna". Fu proprio grazie all'opera di convincimento dei GDD che, nelle giornate del 13 e del 29 luglio del 1944, centinaia di donne scesero in piazza a Castelfranco Emilia per protestare contro la scarsità di alimenti e per manifestare contro la guerra. In quelle occasioni, essendo Gabriella a capo delle manifestazioni, fu minacciata di morte dall'impiegato comunale fascista Reggiani. Per contrastare l'irrobustirsi delle organizzazioni della Resistenza nella zona, nel dicembre del '44 i fascisti locali, in accordo con i tedeschi, sfruttarono le indicazioni di alcuni delatori e, avvalendosi dell'intervento diretto delle SS, attuarono un grande rastrellamento. Nel primo pomeriggio del 13 dicembre, Gabriella Degli Esposti è catturata, nella sua stessa casa, da un gruppo di SS comandato dall'ufficiale Schiffmann. Benché incinta, viene prima picchiata sotto gli occhi di Savina (una delle due figlie), poi è minacciata di morte perché non dice dove si trova il marito (uno tra i primi organizzatori del movimento partigiano locale), quindi viene portata via. Il giorno successivo, il 14 dicembre, quattro gruppi di SS, agendo contemporaneamente nelle campagne circostanti e nel paese, arrestano una settantina di persone. I rastrellati sono trasportati nella casa di Enea Boni, in località Corona di Castelfranco. Le SS sono collegate telefonicamente con l'Ostkommandatur di Castelfranco, che si è installato in casa Monti, in via Emilia Ovest. Da casa Boni a casa Monti i tedeschi trasmettono le generalità dei fermati, che spie fasciste si premurano di identificare se considerati antifascisti. Sono questi che vengono trasferiti nei locali dell'"Ammasso canapa" di Castelfranco Emilia. Per alcuni giorni i prigionieri sono sottoposti a stringenti interrogatori e a torture. Il 17 dicembre, Gabriella Degli Esposti e nove suoi compagni di martirio sono trasportati sul greto del Panaro a San Cesario e uccisi (i corpi di altri due vennero trovati in un'altra località). Prima di essere fucilata, Gabriella era stata seviziata orrendamente. Il suo cadavere viene ritrovato privo degli occhi, con il ventre squarciato e i seni tagliati. Il supplizio di Gabriella, che è stata proclamata Eroina della Resistenza, induce molte donne della zona a raggiungere i partigiani. È così che si costituisce il distaccamento femminile "Gabriella Degli Esposti", forse l'unica formazione partigiana formata esclusivamente da donne.

 

La motivazione della Medaglia d'oro concessa a Gabriella Degli Esposti Reverberi dice: "Due tenere figliolette, l'attesa di una terza, non le impedirono di dedicarsi con tutto lo slancio della sua bella anima alla guerra di liberazione. In quindici mesi di lotta senza quartiere si dimostrava instancabile ed audacissima combattente, facendo della sua casa una base avanzata delle formazioni partigiane, eseguendo personalmente numerosi atti di sabotaggio e contribuendo alacremente alla diffusione della stampa clandestina. Accortasi di un rastrellamento, riusciva ad allontanare gli sgherri dalla propria casa per breve tempo e, incurante della propria salvezza, metteva al sicuro le figliole ed occultava armi e documenti compromettenti. Catturata, fu sottoposta alle torture più atroci per indurla a parlare, le furono strappati i seni e cavati gli occhi, ma ella resistette imperterrita allo strazio atroce senza dir motto. Dopo dura prigionia, con le carni straziate, ma non piegata nello spirito fiero, dopo aver assistito all'esecuzione di dieci suoi compagni, affrontava il plotone di esecuzione con il sorriso sulle labbra e cadeva invocando un'ultima volta l'Italia adorata. Leggendaria figura di eroina e di martire."

 

Il 22 aprile 2006, sul greto del Panaro, in località Ca'nova di San Cesario - dove furono ritrovati i corpi di Gabriella Degli Esposti e dei suoi compagni di lotta e di martirio - è stato inaugurato un monumento, realizzato con una pietra tipica della zona dai ragazzi dell'Istituto "Pacinotti" di San Cesario sul Panaro.

 

I giornalisti tedeschi Udo Guempel e René Althammer hanno realizzato un filmato dedicato alla ricerca dei colpevoli dell'uccisione di Gabriella: http://www.rbb-online.de/kontraste/ueber_den_tag_hinaus/diktaturen/ss_verbrecher_unbehelligt.html [in tedesco, con trascrizione]

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