Basket: ultimo turno da dimenticare per le bolognesi

E via così, continuiamo a farci del male (farci fare del, sarebbe più onesto). Altre due sconfitte, identiche nel senso di impotenza espresso, assai diverse nel contenuto per il prosieguo della stagione (della post stagione, in realtà), per le bolognesi del basket. Ma andiamo con ordine, partendo, noblesse (della categoria) obblige, dalla vecchia (in tutti i sensi) Virtus che da squadra completa così com’è (dirigenza dixit) e che arriverà (sembra debba succedere per grazia ricevuta) a quello che viene ritenuto l’obiettivo di minima, l’ingresso ai playoff (magari se qualcuno spiegasse a cosa servirà, se servirà, giocare una postseason che, allo stato attuale dell’arte, vorrebbe dire offrirsi vittima sacrificale di una delle squadre che hanno fin qui sempre e dolorosamente battuto la Vnera) e dopo l’illusoria vittoria contro una stonata Torino, ecco che si regala l’ennesima sconfitta casalinga (e contro una diretta, anzi la più pericolosa tra le dirette concorrenti al fatidico posto playoff) questa volta con Varese. Varese che, sotto di 12 all’intervallo lungo ed ancora in ritardo di 5 a inizio ultimo quarto, si è vista letteralmente regalare la partita da una Virtus stanca, sfiatata, ed in netta inferiorità numerica visto che l’ha giocata con soli 7 uomini (di cui uno, Pajola e senza volergli togliere nulla anzi, fino a tre o quattro settimane fa non metteva mai piede in campo): anche Lawson, infatti, non l’ha praticamente giocata causa un malore di cui si è saputo solo nel dopogara. Poco importa, a questo punto, se poi il migliore è stato proprio Pajola, insieme al solito Aradori (anche domenica 20 punti e 3 assist: a questo punto si merita un monumento) e l’altro Gentile che, in quanto a cazzimma non ha bisogno di imparare nulla da nessuno.
Certo troppo facile sarebbe far ricadere tutta la colpa sull’immobilismo della dirigenza in tema di rinforzi dal mercato. Ma, come già detto ripetutamente, vedere squadre molto, moooolto più in bolletta (per usare un’espressione cara ai bolognesi) che continuano a contrattualizzare giocatori che alla prova del campo si dimostrano funzionali al progetto, fa male. Non tutti fenomeni, ovvio, ma buoni, a volte ottimi, giocatori di sistema, utili, anzi utilissimi a far svoltare una stagione. Un disinteresse, quello della dirigenza, che lascia adito a cattivi pensieri quasi la governace bianconera avesse deciso di accompagnare l’attuale management tecnico ad un allontanamento che avverrà per consunzione, senza offrir loro (allenatore, direttore sportivo, ecc …) alcuna possibilità di poter svoltare sportivamente e professionalmente il loro futuro. E l’annuncio dell’ingaggio ormai avvenuto di Jamil Wilson, discreta ala vista a Torino un anno fa, un giocatore da circa 13 punti, 6 rimbalzi e 2 assist a gara, non può certo, vista la tempistica (ma non si poteva proprio firmarlo in tempo almeno per Varese?), far cambiare opinione.
Passando alla Fortitudo, la partita di Mantova non valeva niente, e vabbene.
Il migliore però continua a essere Mancinelli (e un monumento se lo merita anche lui) e dagli altri, come da troppo avviene, poco o niente si è ottenuto, se non dal nuovo Okereafor (mica fuochi d’artificio, ma almeno una sufficiente dimostrazione di attenzione e voglia di svolgere il compitino). Se poi McCamey, dunque, offre il solito nulla e tra Pini, Chillo, Italiano e Gandini non se ne fa uno, il Rosselli distratto e disinteressato, il Cinciarini che litiga col tiro e il Fultz che paga pegno ai sui anni e ai suoi acciacchi dimostrano una volta di più come , per andare avanti, la Fbiancoblu abbia bisogno di tutti i suoi veterani. E tutti insieme.
Infine, attenzione cara Fortitudo. Forse, prima della partita (e sulla carta soprattutto) era questa la posizione di classifica cui volevi arrivare. Ma, ripeto, attenzione. Certo, dalla parte opposta, a scornarsi tra loro, ci sono Trieste e Treviso insieme a Scafati, Montegranaro e Biella e a quella Treviglio che per alcuni potrebbe rappresentare la scheggia impazzita del girone. Però dopo Agrigento ci sarà, presumibilmente, Verona che è squadra tosta e poi, sempre stando alla logica della carta, o Udine o la favorita forse più accreditata, Casale Monferrato che ha dominato il suo girone e che potrà avvalersi del fattore campo. La via alla finale annunciata ed auspicata con Treviso (o Trieste) potrebbe rivelarsi più accidentata del previsto (o prevedibile).

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