LO STAR BENE OVVERO IL BENESSERE

Durante la lunga esperienza maturata attraverso l’esercizio della professione è capitato spesso che il paziente, (su richiesta), mi riferisse di “stare bene”, di essere in “forma”.

Approfondendo l’indagine anamnestica scopro che tali espressioni andrebbero  indagate più a fondo per avere un quadro clinico completo della persona che mi appresto ad esaminare.

Cosa significa questa espressione (piuttosto comune), come si manifesta, quando si avvera concretamente nell’esercizio della professione?

É una situazione in effetti complessa, che comprende la sfera emotiva, quella intellettuale, gli stimoli sensoriali e sensuali, l’insieme di tutto questo e buone condizioni di salute competano il quadro di una persona ancora vitale.

La sensazione di “stare bene” ovvero del “benessere” include poi svariate e molteplici situazioni nelle quali la mutevolezza degli stati d’animo e dei sentimenti si coniugano con una soddisfazione attività fisico-motoria che consente all’individuo di svolgere una vita dinamica e partecipata.

Insomma un mix di sentimenti e di emozioni di difficile interpretazione, considerando che la nostra mente lavora incessantemente, creando immagini e pensieri e non si ferma neppure durante il sonno come ci ha insegnato l’interpretazione dei sogni attraverso lo studio della psicanalisi (Freud).

In tale contesto, la nostra mente può essere assimilabile ad un enorme calderone in continua ebollizione, in tale contesto nelle relazioni umane e sociali giocano un ruolo fondamentale sui nostri comportamenti condizionandone il “modus vivendi”.

L’insieme di tutto ciò rappresenta un perno sul qual ruota la nostra esistenza; considerando che non vi è un momento della nostra vita raffrontabile ad un altro, sebbene tutti  concorrano a rendere più viva e stimolante la maniera di interagire con le altre persone ognuna con le relative specificità.

Tornando al concetto originale, in particolare all’espressione “sentirsi bene” ovvero “lo stato di benessere” questo caratterizza solo alcuni momenti della nostra vita di relazione.

Non dimentichiamo che “questi stati d’animo” favoriscono  la concreta rappresentazione del mondo che ci circonda e del rapporto comunicativo con l’insieme delle persone.

Sottolineiamo che nessuna persona è raffrontabile ad un’altra sul piano somatico, culturale, ideologico e psico-comportamentale.

In effetti, ognuno di noi si porta dentro la propria cartolina “genetica” composta da tante faccette, ognuna delle quali costituisce l’insieme dei caratteri ereditati (il cosiddetto “corredo cromosomico”) che si completa e si integra attraverso le proprie esperienze vissute in contesti sociali diversi; nell’insieme tutto ciò favorisce la costruzione di una vita sociale maggiormente partecipata.

Quindi si afferma una filosofia di vita che ci spinge ad agire, secondo la propria coscienza, seguendo le regole che la società indica come linee di comportamento dettate da leggi di cui l’umanità si è dotata successivamente, tramandate da generazioni in generazioni.

Cosi si è formata una nuova cultura che si è diffusa nei secoli attraverso gli insegnamenti dei grandi filosofi e pensatori del modo antico, nello specifico originati dalla civiltà greca, ove circa 2500 anni avvenne una grande  rivoluzione culturale.

Nacque il pensiero filosofico che condusse a creare una visione scientifica e razionale del mondo, abbandonando ogni spiegazione mitica e religiosa  Basti citare tra i giganti dell’epoca Socrate, Aristotele e ricordiamo che fu il precettore di Alessandro Magno.

Questa rivoluzione culturale condusse ad organizzare democraticamente la vita politica nelle città (Polis), che vennero trasmesse nei secoli successivi a tutto il modo occidentale allora conosciuto.

Tornando al tema principale cosa significa “star bene”? Con tale espressione pensiamo ad uno stato che ci fa sentire “liberi” da ogni angoscia e preoccupazioni ed in piena salute.

Sottolineiamo che il “sentirsi bene”, appagato dal proprio lavoro e da un favorevole contesto familiare e sociale è una condizione transitoria che può interessare ognuno di noi, dalla quale è utile trarre positivi insegnamenti di vita.

In tale contesto coesistono delle realtà umane che godono di situazioni positive nel lavoro e nei rapporti umani che favoriscono l’instaurarsi uno stato di “benessere interiore” che si riflette in tutto il  nostro organismo.

In effetti questa felice condizione di pieno “benessere” cioè lo “star bene” interessa le persone che godono anche di buone condizioni di salute.

Dobbiamo considerare, comunque, che lo “star bene” ovvero “il benessere” è una  situazione transitoria  che si affievolisce gradualmente con l’avanzare dell’età e con l’intervenire degli inevitabili stati morbosi “Senectus ipse morbus” ammoniva Cicerone, tuttavia in questo contesto a farla da padrone è l’estrema variabilità delle condizioni di salute.

Nella mia lunga esperienza di medico ho potuto osservare soggetti anziani (sopra ai 70-75 anni) che trascorrevano una vita piena di interessi svolgendo attività loro confacenti, mantenendo relazioni sociali vive e vitali.

Diverse motivazioni stanno alla base di questo fatto ma tale argomento è stato già ampiamente trattato da autorevoli specialisti del settore geriatrico.

Citando Epicuro nella ”lettera sulla felicità” “…mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”.

Questi  momenti di benessere si alternano a periodi temporali nei quali prevale un senso di inquietudine che interviene quanto meno te lo aspetti e ti fa sentire come se qualcosa dovesse capitarti da un momento all’altro e tu non sai il perché!

Ma nello svolgere del tempo con adeguati aiuti familiari e sociali l’animo si rasserena, tornano i momenti del vivere in pieno il proprio benessere; tale alternanza di sentimenti è connaturata alla nostra maniera di pensare e di agire.

Precedentemente ho citato Epicuro perché alcune sue frasi sono tuttora di valore universale. Epicuro ai suoi tempi ebbe fieri oppositori, odiato ed amato da molti. Un “uomo che pose l’amicizia al di sopra di tutto”.  Il suo pensiero turba ancora le coscienze di alcuni cristiani, dato che la sua filosofia  da ventitré secoli continua a trasmettere un messaggio “che non può esistere vera felicità senza il piacere”.

 

Marzo 2018

A cura del Dott. Giuseppe Pinelli

Già Primario del Dipartimento Cardiologico

Ospedale Bellaria

 

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