La "Piccola Baita" di Bologna

Spostandoci di pochi metri, siamo all’87/a di via Saragozza, rispetto alla “Pasticceria Neri” di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, troviamo la “Piccola baita”, una “… salumeria formaggeria enoteca nata  nel 1994 da un’esperienza del settore  che anno dopo anno in un continuo crescendo si è imposta come un punto di riferimento in Bologna per chi è alla ricerca della massima qualità …”.

La particolarità che subito salta all’occhio è il luogo stesso, volutamente grezzo, campagnolo, che privilegia un arredamento che ripropone stilemi e immaginari da malga di montagna. Eppure, siamo a pochi metri dai viali, appena superata porta Saragozza in pieno centro dunque. E, se lo scopo voluto era quello di allontanare l’ospite, almeno per la durata breve o lunga della visita, dalla città e dal suo tran tran, bè, l’intento è riuscito. Soprattutto se si pensa al contrasto, evidente, con la citata “Neri”, una realtà che sfiora il secolo di vita (è nata nel 1930) e che a un certo punto ha fatto per suo carattere distintivo un aspetto moderno e asettico mentre questa “Piccola Baita”, nata, come citato nella sua pagina web, all’alba del nuovo millennio rincorre un’immagine, ed un’idea, da albori del secolo scorso.

Scelte, diverse, che pagano in entrambi i casi. Perché se infatti la “Neri”, come dicevamo la scorsa puntata, ha mantenuto intatta la qualità e la calorosità di un‘accoglienza memore della squisitezza di anni assai lontani dalla apparente freddezza ed omologazione di un arredo elegante ma impersonale, questa “Piccola Baita” (che nasce, non dimentichiamo, come salumeria e formaggeria) ha saputo riproporre, in un ambiente, piccolo, piccolissimo, e tutto sommato gradevole ed accogliente, l’idea delle vecchie osterie di campagna di una volta. Privilegiando, memore dell’antico ed ancora frequentato mestiere, la qualità delle materie prime aggiungendo un tocco, indispensabile, di cucina. Sarà così possibile alternare (negli orari di apertura in cui sarà possibile accedere anche alle funzioni primigenie di compra/vendita  e cioè dal lunedì al sabato dalle 9,00 alle 15,00; dal lunedì al mercoledì anche dalle 17,00 alle 22,30 mentre dal giovedì al sabato la chiusura sarà posticipata alle 23,30; domenica dalle 10,30 alle 16,30), la sosta, golosa ancorché tipica e solita di simili situazioni, per un pranzo veloce, un aperitivo arricchito da un composito buffet o per una cena anche lenta per la quale, come d’altronde per il pranzo, si potrà optare, oltre sugli immancabili taglieri di salumi e formaggi di qualità (ed ottime tigelle) su pochi piatti caldi offerti a prezzi più che onesti (la pasta fresca, ad esempio i tortellini, è la stessa che può essere comprata al dettaglio) tra cui potreste trovare passatelli in brodo e gateaux di patate, zuppe di verdure o legumi o farro e risotto alla zucca, e qualche dolce (particolarmente goloso il tiramisu smontato) il tutto accompagnato da (in fin dei conti cerchiamo instancabilmente locali ove sia possibile TirarTardi piacevolmente sorseggiando un buon bicchiere) poche ma centrate etichette (più che discreta anche qualitativamente la scelta delle bottiglie mentre per i più esigenti potrebbe risultare un po’ risicata numericamente quella al calice, come d’altronde è però giusto che sia per una non enoteca intesa in senso stretto).

Un’ottima occasione quindi, anche se può suonare strano, di avvicinarsi ai sapori ed alle sensazioni che la campagna sa offrire senza, pigramente , muoversi dalla città.

 

Stefano Righini

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