"Bricco d'Oro": non solo cioccolata

A B0logna a metà anni ’70 e per tutti gli ’80 un locale specifico era la meta fissa di golosi di passaggio, signore in pausa tra uno shopping e l’altro, ragazzi e ragazze dal promettente avvenire e anche, perché no, studentelli sfaccendati (come me) che cercavano di capire la città.



Un posto, rinomato ed elegante in cui gli anziani, almeno all’epoca mi sembravano anziani, camerieri così riconoscibili nei loro lunghi grembiuli neri sopra un’immacolata camicia bianca volteggiavano sorreggendo enormi vassoi traboccanti tazze fumanti per la clientela impaziente che si accalcava nei pochi tavoli disponibili all’interno e in quelli del minuscolo dehors esterno, proprio sotto il portico e che un po’ sporgevano verso le vetrine del contiguo negozio di giocattoli (Bergamini, credo che fosse) mentre altri clienti attendevano pazientemente il proprio turno lanciando occhiate cariche d’invidia ai fortunati che li avevano preceduti.

Sto parlando, ovvio per chi a Bologna in quegli anni abitava, del “Bricco d’Oro” di via Farini 6 e dell’allora imperdibile, un vero must, cioccolata in tazza (la ricetta si favoleggiava fosse segreta) che i più golosi assaporavano con una generosa porzione di panna montata al momento.

Gli anni poi sono passati, il momento della pausa pomeridiana a base di cioccolata anche, altre mode ne hanno preso il posto spostando tutta la socialità fin allora riservata a quel momento verso l’ora dell’aperitivo e oltre.

Intendiamoci, il “Bricco d’Oro” come locale è sempre rimasto, un bel bar discreto e riservato, colazioni, pranzi e qualche aperitivo potendo contare anche sulla nuova clientela arrivata dopo il trasferimento del Tribunale in via Farini 1, praticamente di fronte. I bei tempi gloriosi, che tanto somigliavano a quelli di locali di città con molta più tradizione in proposito, però sembravano un po’ passati.

Adesso, da pochi mesi, il locale è stato rilevato da due vecchi amici del liceo, Alessandro e Stefano, trentenni o giù di lì, con una grande voglia di proporsi, e bene, sul nuovo (e per certi versi selvaggio) mercato cittadino.

I punti di forza del locale sono stati mantenuti (i fornitori storici della gestione dei fratelli Lorenzo e Giorgio Baccolini, ad esempio)



come per risolvere l’annoso problema del sovraffollamento, soprattutto all’ora di pranzo, è stata ampliata la bella, silenziosa, riservata e quasi sconosciuta saletta del 1° piano. Inoltre, e questo certifica la serietà e la correttezza del progetto, è stata mantenuta inalterata la storica ricetta della cioccolata in tazza che assaggiata adesso, a distanza di anni, non fa minimamente rimpiangere quella di allora (e un altro punto di forza che viene dal passato è il tè freddo alla pesca, una ricetta australiana anche questa tramandata da una gestione, intelligente, all’altra).

Come si diceva, però, i tempi sono cambiati, lo “struscio” elegante e modaiolo si è spostato più verso l’ora dell’aperitivo ed allora anche il ““Bricco d’Oro” (per ora aperto dalle 7,00 alle 21,00 con orario continuato) si è dovuto adeguare  su questo versante. Dietro il banco a supportare Alessandro (Stefano ha infatti più un ruolo manageriale) ecco quindi Barbara, gentile, efficiente e davvero brava nella preparazione dei cocktail che non possono mancare ad un aperitivo di moda (personalmente, ho provato il mio solito MartiniCocktail che, al di là dell’apparente facilità di preparazione, rimane sempre il banco di prova principe di un barman, e devo dire che, nonostante la esigua scelta di gin disponibili, Tanqueray e Larios, me ne è stato servito uno davvero impeccabile) che viene accompagnato, valendosi della ottima qualità dei prodotti scelti nel corso di anni di esperienza, da più che buoni apetizer.

Non rimane quindi che consigliarla questa sosta golosa al “Bricco d’Oro”, e non solo, ovvio, per la classica cioccolata in tazza.

Stefano Righini

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