Basket: buon inizio 2018 per le bolognesi

Adesso che è stato esorcizzato il tabù Piacenza (ci riferiamo alla partita dello scorso campionato teatro della sceneggiata del Boniciolli furioso che rifiutò di allenare per praticamente tutto il secondo tempo in plateale disaccordo con ciò che la squadra stava producendo in campo) con questa squillante vittoria (una dozzina di punti e la grande paura della vigilia è passata); adesso che la magna Trieste è ritornata sulla terra (qui ci si riferisce a Udine che ha dimostrato come anche la capolista possa essere sconfitta); ma soprattutto ora che è stato individuato il cattivo all’interno dello spogliatoio (ogni riferimento a quel cattivone di Fultz che, non contento, lui preso per essere il play titolare, di essere partito per la prima volta in quintetto, ha rilasciato un’intervista considerata esecrabile in cui sviscerava quello che è sotto gli occhi di tutti e cioè che avere due americani buoni solo per le classifiche individuali ed uno nemmeno per quelle e costruire una squadra di 12 elementi sulla carta intercambiabili quando non si hanno né il carisma né la propensione a gestire una simile abbondanza, è assai controproducente), adesso, dicevamo, vogliamo scommettere che nelle segrete stanze della Fbiancoblu si riuscirà lo stesso a trovare modo e maniera di inventarsi qualche altro gratuito psicodramma che, pur avendo il grande pregio di non far mai annoiare i tifosi, un po’ stucchevole nella propria consueta ripetitività si è già dimostrato? Colpa delle aspettative, enormi e fomentate ad arte, che di continuo vengono riversate sulla squadra. E meno male che qualcosa, nella confusione manageriale che, ornai è assodato, regna incontrastata in sede, l’ultima idea (la penultima, pardon, l’ultima essendo un riavvicinamento a Ruzzier nel contesto del caso Fultz, che potrebbe a sua volta essere ridestinato a Roseto, un Ruzzier che andrebbe a rinfoltire la colonia boniciolliana che già annovera, oltre il coach anche il di lui pargolo a voler forse emulare la ben più ricca di allori dinastia Sacchetti), l’intruppamento del Rosselli transfuga, ha già cominciato a dare copiosi frutti (di Rosselli, un Rosselli che l’altra metà del basket cittadino farebbe bene a cominciare, se non l’ha già fatto, a rimpiangere, sono infatti stati i tiri pesanti che hanno ripetutamente riallontanato Piacenza quando ha tentato di riprendere una partita ampiamente sfuggita di mano).

Questo accenno al giocatore forse più discusso del momento ci porta a parlare della Vnera che ha molto sofferto in quella che si è rivelata essere partita di, troppa, lotta, e, poco, dominio e che ha visto (è umano anche lui) Alessandro Gentile giocare la sua peggior partita da che veste i gloriosi colori bianconeri (4 punti con 2/14 al tiro e un forzatissimo 0/5 da tre non è uno score per lui abituale e meno male i 5 assist, bellissimi ed indice di una visione di gioco superiore). Fortuna che contemporaneamente (e già sento le cassandre profetiche dire lo avevamo detto: insieme non possono stare) Pietro Aradori è risorto al ruolo a lui destinato e per il quale era stato voluto cercato e rapito, quello del fromboliere implacabile ed implacato (inizia segnando, continua segnando, finisce mettendo i canestri decisivi, tirando con percentuali irreali: 85% da due e 50% da tre aggiungendo al già tanto 7 rimbalzi e 3 assist). Del resto, che dire. Bene tutti, da sufficienza non più ma con un particolare, affettuoso, riconoscimento ad Umeh troppe volte criticato ma che, quando c’è da dare il suo lo da e male ancora Lafayete che però veniva da uno stop medico delicato e BaldiRossi che continua a pagare una condizione imperfetta. Troppo poco? Forse. Ma intanto, per continuare a inseguire una finaleight che corroborerebbe le aspettative del gran capo Zanetti questo poco sembrerebbe bastare.

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