“Arpad Weisz dal successo alla tragedia”

“… il profilo emozionante di uno stadio, il Littoriale di Bologna, con le sue prospettive di gloria presente e futura e un inquietante monumento equestre; la squadra di calcio, una seconda famiglia da condurre al successo con polso ed umanità; l’idea del pallone come materia di passione e di studio; lo sport ed i suoi simboli, territori di festa popolare ingenua ed intensa. Sono i respiri di un’esistenza baciata dal lavoro e dal talento. Il cielo però a poco a poco si annuvola , il regime che vuole i bambini in divisa e pronti alla disciplina militare, coltiva spietato l’intolleranze e l’ingiustizia.
Finché una vita serena, tante vite serene, scivolano nell’assenza e nella tragedia. Non resta che la mano di un bambino a scriverne da lontano, da una città straniera che una crudele follia trasforma in una zattera in rotta verso il nulla, irrimediabilmente nostalgica di un passato felice …”.

Si parla di libri ed è bello che per una volta, parlando di libri, riesca a coincidere una grande passione (la letteratura, o i libri per l’appunto), un affetto duraturo (il Bologna inteso come squadra di calcio) ed il civismo. Perché infatti in questo incipit, allo stesso tempo poetico e tragico, si compendia la parabola umana di Arpad Weisz, l’allenatore ebreo ungherese che tra il 1935 e il 1938 traghettò la squadra bolognese nell’empireo dello sport nazionale guidandola alla conquista di due scudetti consecutivi ed al trionfo nel 1937 in quella che si può definire la Champions di allora, la Coppa del Trofeo dell’Esposizione di Parigi. E non è certo un caso che a ricordarlo, in occasione del 27 gennaio Giorno della Memoria, il Museo Ebraico di Bologna abbia deciso di organizzare una mostra incentrata sulle tavole della bella graphic novel di Matteo Matteucci “Arpad Weisz e il littoriale” edita dalla casa editrice bolognese Minerva. Un libro e una mostra, quindi, per cercare di far rivivere alcune delle pagine più gioiose e far riflettere su quelle contemporaneamente buie della storia sportiva, e non solo, cittadina. Il libro, infatti (presentato domenica 21 gennaio nelle sale dello stesso Museo in occasione dell’inaugurazione della mostra “Arpad Weisz dal successo alla tragedia” da Carlo Felice Chiesa ed Emilio Varrà che ne hanno parlato con l’autore) racconta le vicende calcistiche e storiche di Bologna tra gli anni Venti e Trenta, a partire dall’inaugurazione dello stadio avvenuta nel 1926 (sotto l’egida di Leandro Arpinati allora potentissimo podestà di Bologna) alla presenza dello stesso Mussolini, per passare agli anni nei quali la squadra del Bologna all’epoca vincente in Italia ed in Europa e … che tremare il mondo fa …, , è guidata dall’ungherese Weisz, se non l’inventore, colui che sdoganò, apportando le modifiche necessarie per essere assorbito e giocato da una squadra italiana (prima l’Internazionale, poi il Bologna) il famoso modulo magiaro, il WM, fino ad arrivare al momento in cui, nel 1939, a seguito delle leggi razziali dell’anno prima, i Weisz sono obbligati a lasciare l’Italia e cercare riparo a Parigi prima e in Olanda, nella cittadina di Dordrecht, poi (per approfondire le vicende personali di questo interessante personaggio che fu Arpad Weisz, calciatore in anticipo sui tempi, allenatore colto e carismatico, arguto scrittore e teorico del calcio, viaggiatore e poliglotta, un vero uomo di mondo insomma, si può leggere il fondamentale “Dallo scudetto ad Auschwitz” di Matteo Marani ed edito da Aliberti nel 2007).
La mostra, invece, che resterà aperta fino al 18 marzo, comprende fotografie, documenti inediti, oggetti e memorabilia legati a Weisz e alla sua famiglia, al Bologna calcio e ad alcuni dei suoi protagonisti del tempo (tra cui l’ostacolista bolognese Ondina Valla prima italiana a vincere un oro olimpico a Berlino nel 1936 sugli 80 ostacoli) e presenta anche una graphic animation di Pier Paolo Paganelli prodotta da GenomaFilms (per il trailer di presentazione, https://www.youtube.com/watch?v=Se1ITdc4Eyk).
Naturalmente, le manifestazioni organizzate dal Museo Ebraico in occasione del Giorno della Memoria sono molteplici.

Ecco le più importanti:
Lunedì 29 gennaio ore 9,00: cinema Lumière proiezione de “Il labirinto del silenzio” di Giulio
Ricciarelli
Martedì 30 gennaio ore 9,00: cinema Lumière proiezione di “Europa, Europa” di Agneszka Holland
Giovedì 1 febbraio ore 18,00: Museo Ebraico di Bologna: presentazione della ristampa anastatica
del manuale di Aldo Molinari ed Arpad Weisz “Il giuoco del calcio” (Minerva 2018)
Giovedì 8 febbraio ore 17,00: Museo Ebraico di Bologna: presentazione del volume di Adam
Smulevich “Presidenti. Le storie scomode dei fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e
Roma”.
Giovedì 8 febbraio ore 20,30: Museo Ebraico di Bologna: “Arpad Weisz: prima fui calciatore, poi
allenatore” con interventi di Gabor Andreides, Gianluca Battacchi, Davide Gubellini e Stefano
Salmi.

Commenti