"ll cliente del sabato" di Georges Simenon

Tra il 1931 e il 1972 Georges Simenon pubblicò 76 romanzi e 26 racconti dedicati alle inchieste del commissario Maigret. Questo “Il cliente del sabato” (la storia di un uomo, Léonard Planchon, che scoperto il tradimento della moglie “… una volta, circa due anni fa, sono tornato a casa all’improvviso e ho trovato mia figlia da sola in cucina ... mi sembra di rivederla ... era seduta per terra... le ho chiesto dov’è la mamma? … lei ha risposto, indicando la camera da letto di là! … aveva solo cinque anni ... loro due non mi avevano sentito arrivare e li ho trovati mezzi nudi ... Prou sembrava scocciato ... mia moglie, invece, mi ha guardato dritto negli occhi ... ecco! Finalmente lo sai! ha detto ...” cerca nel commissario una via tra il conforto e l’assoluzione per l’insano proponimento covato di uccidere la donna ed il suo amante) è del 1962, e si svolge a Montmartre dove, “… all’altezza di rue des Abbesses, rue Lepic fa una curva a gomito, mentre rue Tholozé si inerpica dritta e ripida per poi incrociarla all’altezza del Moulin de la Galette …”. Data, l’inizio degli anni ’60, e luogo, quel “… di fronte all’insegna del Bal des Copains, un cortile lastricato, in fondo al quale c’era un villino in pietra, una costruzione a due piani già scolorita e vecchiotta , le persiane pitturate di fresco di un azzurro che faceva a pugni con tutto il resto …” proprio così vicino a quel Moulin de la Galette che dopo aver offerto rifugio alla banda degli impressionisti alla fine dell’800 era stato il coacervo degli esistenzialisti e della generazione dorata negli anni ’20, che permettono ancora di “… assaporare sensazioni e struggimenti di quando Montmartre era ancora un paese …”. Perché nella scrittura di Simenon, ed in particolare proprio nelle inchieste di Maigret, è questa la cifra distintiva più distinguibile: saper ricostruire, con poche, sapide, pennellate ambienti ed atmosfere davvero dense e che sottolineano prepotentemente un tempo ed identità sociali non solo di facciata o di costume, ma che arrivano direttamente “… dal popolo nudo, dall'uomo che viene alla luce dietro tutte le possibili maschere ...”.

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