Cominciati i quarti di finale dei playoff di LEGA2 di basket, al termine delle prime due partite, i giochi paiono fatti.
Si parla della Fortitudo, ovvio. Sbancato due volte il PalaVerde, non si vede come la DeLonghi Treviso possa riuscire ad invertire la tendenza (oltrettutto con due partite da vincere nella roccaforte del PalaDozza, campo ostico per chiunque grazie anche agli oltre cinquemila tifosi urlanti e festanti che supportano dal fischio iniziale a quello finale la squadra). Certo, nel Basket, sport in cui la palla è notoriamente rotonda, nulla può dirsi deciso fino a quando non suona la campana dell’ultimo quarto.
Il fatto è che le squadre sembrano, anche se le partite sono rimaste pericolosamente in bilico fino all’ultimo tiro, assolutamente distanti come classe dei singoli, tonnellaggio, altezza e profondità. Tutto, naturalmente, a favore dell’Aquila bolognese. Aquila che, finalmente, sembra davvero rispecchiarsi nelle certezze, a volte arroganti, che per tutto l’annata il coach Boniciolli ha sparso a piene mani.
Ciò che offre sicurezza, poi, è che la squadra sembra davvero aver raggiunto un amalgama forse insperato nei larghi tratti delle due fasi del campionato in cui sembravano prevalere, sempre anche in occasione delle vittorie, individualità, supponenza, indolenza.
Tutto da rifare, invece, sul versante Virtus.
Siamo di nuovo sull’ 1/1, questa volta con Roseto, ma a differenza della serie con Casale (in cui, anche nelle due iniziali partite una vinta con fatica e l’altra persa, non si era mai avvertita la possibilità che la serie potesse finire in maniera differente), le due imminenti trasferte al PalaMaggetti di Roseto paiono ben più pericolose. Questione di entusiasmo, degli avversari. E questione di classe e forza dei singoli. A un rinato Fultz e al solito e a volte incontenibile Amoroso, gli squali possono sommare due signori giocatori come gli U.S.A. Smith e Sherrod.
Certo, se si giocasse come in gara 2, non ci sarebbero problemi, ma quella che per un lungo, lungo campionato è sembrata la più equilibrata tra tutte le formazioni iscritte a questa Lega2, si lascia prendere da una pericolosa deriva quando le partite diventano da vincere a tutti i costi. Nulla più di una sensazione, e comunque una giustificazione c’è (i molti giovani impegnati a lungo durante le partite, l’arrivo di un giocatore ingombrante come Gentile, non al meglio della condizione, solo all’ultimo momento, la stanchezza, giusta e comprensibile, che alle volte affiora prepotente in chi ha tirato la carretta nei momenti più impegnativi). Ma la classe, l’esperienza e la cattiveria agonistica dei califfi (Rosselli e Ndoja su tutti) lasciano ben sperare per il futuro della stagione.
Una cosa è certa. Per questa Virtus, andare avanti non sarà MAI una passeggiata.
Si parla della Fortitudo, ovvio. Sbancato due volte il PalaVerde, non si vede come la DeLonghi Treviso possa riuscire ad invertire la tendenza (oltrettutto con due partite da vincere nella roccaforte del PalaDozza, campo ostico per chiunque grazie anche agli oltre cinquemila tifosi urlanti e festanti che supportano dal fischio iniziale a quello finale la squadra). Certo, nel Basket, sport in cui la palla è notoriamente rotonda, nulla può dirsi deciso fino a quando non suona la campana dell’ultimo quarto.
Il fatto è che le squadre sembrano, anche se le partite sono rimaste pericolosamente in bilico fino all’ultimo tiro, assolutamente distanti come classe dei singoli, tonnellaggio, altezza e profondità. Tutto, naturalmente, a favore dell’Aquila bolognese. Aquila che, finalmente, sembra davvero rispecchiarsi nelle certezze, a volte arroganti, che per tutto l’annata il coach Boniciolli ha sparso a piene mani.
Ciò che offre sicurezza, poi, è che la squadra sembra davvero aver raggiunto un amalgama forse insperato nei larghi tratti delle due fasi del campionato in cui sembravano prevalere, sempre anche in occasione delle vittorie, individualità, supponenza, indolenza.
Tutto da rifare, invece, sul versante Virtus.
Siamo di nuovo sull’ 1/1, questa volta con Roseto, ma a differenza della serie con Casale (in cui, anche nelle due iniziali partite una vinta con fatica e l’altra persa, non si era mai avvertita la possibilità che la serie potesse finire in maniera differente), le due imminenti trasferte al PalaMaggetti di Roseto paiono ben più pericolose. Questione di entusiasmo, degli avversari. E questione di classe e forza dei singoli. A un rinato Fultz e al solito e a volte incontenibile Amoroso, gli squali possono sommare due signori giocatori come gli U.S.A. Smith e Sherrod.
Certo, se si giocasse come in gara 2, non ci sarebbero problemi, ma quella che per un lungo, lungo campionato è sembrata la più equilibrata tra tutte le formazioni iscritte a questa Lega2, si lascia prendere da una pericolosa deriva quando le partite diventano da vincere a tutti i costi. Nulla più di una sensazione, e comunque una giustificazione c’è (i molti giovani impegnati a lungo durante le partite, l’arrivo di un giocatore ingombrante come Gentile, non al meglio della condizione, solo all’ultimo momento, la stanchezza, giusta e comprensibile, che alle volte affiora prepotente in chi ha tirato la carretta nei momenti più impegnativi). Ma la classe, l’esperienza e la cattiveria agonistica dei califfi (Rosselli e Ndoja su tutti) lasciano ben sperare per il futuro della stagione.
Una cosa è certa. Per questa Virtus, andare avanti non sarà MAI una passeggiata.
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