L'Asino Romagnolo, elegante, mansueto e formidabile trottatore

E' sopravvissuto alle decimazioni dei tedeschi in ritirata e alla meccanizzazione agricola: l'Asino Romagnolo, elegante, mansueto e formidabile trottatore


L'Asino Romagnolo è una razza asinina autoctona che ha rischiato l'estinzione. All'inizio del secolo scorso i capi censiti erano oltre 900mila. Vent'anni fa poche decine. Un tracollo dovuto a due concause in successione tra loro: la decimazione operata dall'esercito tedesco in ritirata dalla linea Gotica alla fine della seconda guerra mondiale, tant'è che nel 1945 la razza fu considerata di fatto estinta; e poi, nel dopoguerra, la massiccia meccanizzazione delle lavorazioni e dei trasporti agricoli. Alla fine degli anni 90 un piccolo gruppo di allevatori romagnoli, consapevoli del valore della biodiversità e dell'impossibilita di recuperare la razza, una volta estinta, si impegnarono, riuscendoci, nell'impresa di contrastarne la scomparsa, traguardo all'epoca considerato altamente improbabile. È così, grazie a loro, nel 2006 l'Asino Romagnolo è stato iscritto nuovamente nel Registro anagrafico delle razze autoctone equine, tenuto dall’Associazione italiana allevatori e, attualmente, conta circa 550 esemplari iscritti. Un piccolo miracolo laico favorito, non c'è dubbio, anche dal rinnovato interesse per le attitudini e le caratteristiche di questo animale, la principale delle quali è sicuramente la capacità di percorrere al trotto lunghe distanze, attaccato a un rotabile leggero, basto in montagna, biroccio in campagna, calesse per le polverose strade della bassa. Ma non solo. L'Asino romagnolo si è rivelato particolarmente adatto a nuove attività, come l’onoterapia, la produzione del latte e dei suoi derivati, il riordino e la pulizia dei boschi, l’utilizzo come animale da compagnia in ambiti non agricoli, come il trekking someggiato, un modo alternativo di fare turismo nella natura. Insomma un animale antico proiettato nelle utilità del  tempo attuale e di quello futuro.

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