Bologna arrembante, Donadoni può sorridere

Bologna forza quattro, Chievo demolito e una Domenica sera di gioia in casa rossoblu. Da troppo tempo la squadra di Donadoni non sfoggiava l’abito da cerimonia e contro i clivensi è andata in scena la sinfonia migliore della stagione felsinea.

Verdi e Dzemaili in copertina, certo, ma tutto l’undici rossoblu ha fornito una prestazione sopra le righe, dando continuità al successo di una settimana fa contro il Sassuolo ed aprendo prospettive tanto rosee quanto inaspettate per il finale di campionato, considerando il periodo buio che ha accompagnato il Bologna tra Febbraio ed inizio Marzo. La fascia di metà classifica è compatta e l’obiettivo, ora più che mai, deve necessariamente essere quello di terminare la stagione davanti alle dirette concorrenti: squadre che, al pari dei rossoblu, lotteranno per aggiudicarsi la miglior piazza possibile nel limbo che va dalla decima alla quattordicesima posizione.

Sicuramente la roboante vittoria contro il Chievo può far sorridere società, tifosi ed allenatore, ma è altrettanto importante sottolineare come, all’interno di una prestazione comunque molto positiva, nel primo tempo il 3-5-2 riproposto da Donadoni abbia incontrato difficoltà, specialmente a livello tattico e di equilibrio in alcune porzioni di campo: Krejci, nonostante un secondo tempo di qualità abbacinante, resta un’ala offensiva a suo agio nel tridente d’attacco, mentre come tornante nei cinque di centrocampo ha dimostrato di soffrire le incursioni degli esterni avversari, non riuscendo a costituire una cerniera mancina adeguata insieme ad Helander. Non è un caso che il Bologna abbia iniziato a macinare gioco ed occasioni da gol appena il tecnico rossoblu ha dato direttive al giocatore ceco di alzare la propria posizione, andando sostanzialmente a comporre un atipico 3-4-3 con Dzemaili decentrato sulla sinistra nella linea di centrocampo e Nagy a giostrare al fianco di Pulgar nella zona mediana.

Probabilmente, al di là di tre punti comunque importanti, l’indicazione migliore per Donadoni è stata proprio la poliedricità tattica della sua squadra, capace inizialmente di interpretare nuovamente un modulo che non aveva regalato particolari soddisfazioni contro la Lazio, poi di recepire correttamente in corso d’opera gli aggiustamenti di cui abbiamo parlato poc’anzi ed infine di ribaltare una partita che sembrava avviarsi su un binario avverso ai rossoblu, dopo l’iniziale vantaggio clivense. Se a tutto ciò aggiungiamo l’ottimo impatto sul match di Di Francesco (gol ed assist per lui), il quadro domenicale del Bologna risulta ancora più fulgido, capace di emanare quella luce salvifica al fine di uscire dal tunnel in cui i rossoblu sembravano essersi infilati.

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