Canto e controcanto con stonatura

Foto: © European Union 2017 - European Parliament

E così Antonio Tajani è il nuovo Presidente del Parlamento europeo.

Tajani  che nella sua biografia politica può vantare di essere stato “tra i fondatori di Forza Italia, e di essere cresciuto all’ombra di Berlusconi e Previti” ha battuto di misura un altro candidato italiano alla successione del tedesco Martin Schulz: il socialista Gianni Pittella.

Si conferma così la tradizionale alternanza tra popolari e socialisti alla Presidenza del Parlamento europeo. Una consuetudine che – tra alti e bassi - va avanti fin dalla prima elezione a suffragio universale del Parlamento UE nel 1979.

Tutto bene si dirà. Eppure c’è qualcosa che stona.

Con la nomina di Tajani infatti i conservatori si aggiudicano la terza presidenza su tre disponibili a livello europeo: Commissione (Jean-Claude Juncker), Consiglio europeo (il polacco Donald Tusk) e Parlamento (Antonio Tajani).

Niente male considerando che mai come oggi i popolari ospitano al proprio interno forze politiche (o nella migliore delle ipotesi alleati nazionali) che stanno contribuendo alla progressiva disintegrazione del progetto europeo.

A pensarci bene la situazione è a dir poco surreale: l’area politica più critica verso l’Europa e che ne sta mettendo in crisi la tenuta ed il futuro con politiche di stampo sempre più nazionalista, è la stessa che oggi esprime le principali cariche europee e che da oltre dieci anni ha una larghissima maggioranza in Parlamento.

I principali responsabili dell’attuale immobilismo istituzionale europeo sono gli stessi che a “casa loro” si scagliano contro ogni decisione presa – o non presa – da loro stessi a livello comunitario.

Un capolavoro politico. Un po’ come se coloro che negli ultimi venti anni ci hanno  venduto un futuro fatto di globalizzazione, fine dei confini politici ed economici, demolizione del welfare state e competizione senza regole all’improvviso iniziassero ad esultare per “la fine dell’utopia della globalizzazione”.

Ah no scusate.

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