"Mi piace la Bologna e poi mi piaci tu". Così canta Zucchero Fornaciari nella celeberrima canzone "Cuba libre". La "Bologna" del bluesman di Reggio Emilia è naturalmente quella della denominazione che identifica universalmente la Mortadella, il profumatissimo e inconfondibile salume felsineo, che, nella sua personalissima gerarchia delle passioni, viene, evidentemente, prima della donna amata o desiderata. Cose che possono succedere. Gli amori a volte passano, si raffreddano, perdono priorità, la mortadella invece resta quella della prima volta, un piacere assoluto, un'emozione che si rinnova. Un vero e proprio imprinting per la vita. Perfino il numero 1 mondiale degli Chef, il geniale Massimo Bottura, ha celebrato la sua iniziazione infantile alla "Bologna" con un piatto-icona ormai asceso ai vertici internazionali del gusto, il famoso "ricordo di un panino alla mortadella". Ma perché la Mortadella di Bologna è tanto amata? Le ragioni sono tante. Senza disturbare nostalgie, tradizioni, storia, cultura, unicità dei territori direi, semplicemente, perché è buona. La si fa con puro suino finemente triturato, mescolato con lardo, aromatizzato con spezie, insaccato in budello naturale e cotto nelle grandi stufe per diverse ore. Una volta tagliata, la superficie si presenta vellutata e di colore rosa vivo uniforme; il profumo e' particolare ed aromatico, il gusto tipico e delicato. Contrariamente a quel che si pensa non ha particolari controindicazioni dietetiche: un etto di Mortadella possiede circa 288 calorie, meno di un piatto di pasta e le stesse della mozzarella fior di latte; ha inoltre soltanto 60/70 milligrammi di colesterolo per etto, come la carne bianca più dietetica ed una bassa presenza di sale.
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