La piadina romagnola, da musa ispiratrice di Giovanni Pascoli a Indicazione Geografica Protetta dell'UE

La Piadina pur avendo origini antichissime registro' il suo exploit culturale e commerciale nei primi anni del 900. Fu Giovanni Pascoli ad eleggerla a simbolo universale della "Romagna solatia, dolce paese, cui regnarono Guidi e Malatesta; cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta". Per lui era il “pane di Enea”, il “pane rude di Roma”, la “mensa” del settimo canto dell’Eneide. Il poeta di San Mauro dedico' addirittura un poemetto al "pane nazionale dei romagnoli", chiamandolo, ovviamente, “La Piada”. Nella presentazione, pubblicata su “Vita Internazionale” scrisse: “Piada, pieda, pida, pié, si chiama dai romagnoli la spianata di grano o di granoturco o mista, che è il cibo della povera gente; e si intride senza lievito; e si cuoce in una teglia di argilla, che si chiama testo, sopra il focolare, che si chiama arola…”. Negli anni 60 il boom turistico della riviera romagnola porto' alla notorietà nazionale ed internazionale spiagge, ombrelloni, pedalò, bagnini e pensioni a buon mercato e, naturalmente, le immancabili piadine romagnole farcite e le simpatiche ed abili "piadinare" dei chioschi  sul lungomare. In breve tempo la piadina divenne un prodotto di larghissimo consumo e come tale di massimo interesse per le industrie alimentari italiane e straniere. Al punto che i produttori romagnoli dovettero correre ai ripari contro i rischi di usurpazione della qualifica "romagnola" chiedendone la tutela europea. Il 4 novembre 2014 e' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea l'Indicazione geografica protetta (IGP) "piadina romagnola" che stabilisce che la piadina romagnola può essere prodotta solo in Romagna, vale a dire nelle provincie di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e parte di Bologna e solo con le materie prime della tradizione, senza conservanti, aromi o altri additivi: farina di grano tenero, acqua, sale, strutto o olio di oliva. Il Disciplinare prevede due tipologie di piadina: la Romagnola IGP, con un diametro di 15-25 cm e uno spessore di 4-8 mm e la Romagnola IGP alla Riminese, con un diametro maggiore, 23-30 cm, e uno spessore  più sottile, fino a 3 mm. Infine quando almeno tre fasi di produzione sono eseguite a mano e la piadina non e' protetta da confezioni chiuse, si può commercializzare con la dicitura “lavorazione manuale tradizionale”.

Commenti