Sorbe, giuggiole, corbezzoli, corniole, mele e pere cotogne (e tanti altri ancora...): gli indimenticabili frutti dimenticati

Ogni anno, in Ottobre, Casola Valsenio, piccolo Comune della collina ravennate, paese natale dello scrittore-ciclista Alfredo Oriani, celebra la Festa dei Frutti dimenticati, manifestazione di grande fascino e qualità che attira oltre 10.000 visitatori da tutta la penisola. A Guastalla, nel reggiano, sotto gli antichi portici seicenteschi dove Bernardo Bertolucci giro' memorabili scene di "Novecento" l'annuale Mostra-mercato settembrina è dedicata alle "Piante e animali perduti". A Pennabilli, in provincia di Rimini, il genio del maestro Tonino Guerra, artista eclettico, nonché sceneggiatore prediletto di Federico Fellini, ideo' molti anni fa "L'orto dei frutti dimenticati", attorno al quale, da un decennio, si celebra l'evento "Gli antichi frutti d'Italia si incontrano a Pennabilli". La nostra regione è disseminata di tante altre piccole-grandi manifestazioni dove agricoltori, vivaisti, hobbisti o cultori della biodiversità storica offrono, orgogliosamente, ad un pubblico di appassionati tutto il "fuori moda frutticolo" esistente. Cosa li spinge?: nostalgia, bio-conservazione, proprietà nutrizionali, orgoglio identitario, rifiuto della globalizzazione omologante. Difficile dirlo. Ognuno ha le sue motivazioni. Quello che conta è che gli indimenticabili frutti d'antan sono di nuovo attuali. Alcuni esempi? Il sorbo. Gli antichi romani ne esaltavano le proprietà benefiche sull’intestino derivate dall’alta concentrazione di tannino, e vitamina C e ancora oggi si utilizzano in erboristeria come rimedio per la dissenteria e per la cura di varie patologie a carico del sistema circolatorio. Le giuggiole, resistenti al freddo e quindi coltivate sia in pianura che in montagna, si utilizzano, oltre che per il famoso brodo di giuggiole, per sciroppi, marmellate e liquori. Il corbezzolo, frutto a bacca rossa, per marmellate, decotti e infusi utili a disintossicare reni, fegato e vie urinarie e a combattere stati febbrili e diarree. Le corniole, simili ad olive che durante la maturazione cambiano frequentemente colore passando dal verde al giallo, dall’arancio al rosso accesso fino ad acquisire una colorazione ‘vinaccia’. E' un ottimo rimedio per curare dermatiti, dolori articolari e disturbi del metabolismo. Mele e pere cotogne, frutti antichissimi, coltivati già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, utilizzati per marmellate, gelatine, mostarde, distillati e liquori e per la famosa ‘cotognata’.

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