L'olio extra vergine di oliva di Brisighella (Ravenna) è stato il primo olio italiano ad ottenere nel 1996 la Denominazione di Origine Protetta dell'Unione Europea. Qualche anno dopo, nel 2003, la DOP è stata concessa anche all'olio extravergine dei Colli romagnoli. Nell'ultimo decennio il cambiamento climatico e l'aumento medio delle temperature hanno favorito il ritorno della olivicoltura sulle colline emiliane, soprattutto a Bologna, ma anche a Modena, Reggio, Parma e Piacenza . Qui non non si producono olii DOP ma la qualità è ugualmente di casa per via dei rigorosi disciplinari regionali di "produzione integrata" e di "Qualità Controllata".
Dunque produzioni al top di gamma e superfici olivicole in crescita. La cosa strana, perfino paradossale, è che l'Emilia-Romagna non raggiunge lo 0,2 % della produzione nazionale di olio. L'Italia con 170 milioni di piante, 538 cultivar, 42 DOP e IGP, 464.000 tonnellate di olio prodotto ogni anno, il 98% nelle regioni del centro-sud, è il secondo produttore mondiale dopo la Spagna. Eppure anche lo 0,2% di questa nostra piccolissima regione olivicola partecipa alla Hit Parade nazionale ed europea del comparto. Come mai? La risposta è in poche parole: microclima, cultivar storiche, organizzazione e professionalità.
Nel territorio di Brisighella la coltivazione dell’ulivo risale agli antichi Romani. Qui la conformazione ad anfiteatro della valle e la barriera del gesso proteggono le piante dai venti freddi del nord e di levante; si utilizza una sola varietà, la “Nostrana di Brisighella”, la raccolta è manuale e l'estrazione dell’olio con soli mezzi meccanici e fisici. Il vertice della selezione e' denominato "Brisighello". L'olio è di colore verde smeraldo, con riflessi e tonalità dorati, un sapore piccante, piacevolmente amarognolo. L’olio extravergine delle Colline di Romagna DOP beneficia invece della vicinanza del mare e del microclima mediterraneo delle medie alture delle provincie di Forlì-Cesena e di Rimini. La cultivar principale è il Correggiolo, l’odore è fruttato e tenue, il colore giallo con forti riflessi verdognoli, il sapore di media dolcezza, l'acidità molto bassa.
Non resta che provarli.
Tiberio Rabboni
Dunque produzioni al top di gamma e superfici olivicole in crescita. La cosa strana, perfino paradossale, è che l'Emilia-Romagna non raggiunge lo 0,2 % della produzione nazionale di olio. L'Italia con 170 milioni di piante, 538 cultivar, 42 DOP e IGP, 464.000 tonnellate di olio prodotto ogni anno, il 98% nelle regioni del centro-sud, è il secondo produttore mondiale dopo la Spagna. Eppure anche lo 0,2% di questa nostra piccolissima regione olivicola partecipa alla Hit Parade nazionale ed europea del comparto. Come mai? La risposta è in poche parole: microclima, cultivar storiche, organizzazione e professionalità.
Nel territorio di Brisighella la coltivazione dell’ulivo risale agli antichi Romani. Qui la conformazione ad anfiteatro della valle e la barriera del gesso proteggono le piante dai venti freddi del nord e di levante; si utilizza una sola varietà, la “Nostrana di Brisighella”, la raccolta è manuale e l'estrazione dell’olio con soli mezzi meccanici e fisici. Il vertice della selezione e' denominato "Brisighello". L'olio è di colore verde smeraldo, con riflessi e tonalità dorati, un sapore piccante, piacevolmente amarognolo. L’olio extravergine delle Colline di Romagna DOP beneficia invece della vicinanza del mare e del microclima mediterraneo delle medie alture delle provincie di Forlì-Cesena e di Rimini. La cultivar principale è il Correggiolo, l’odore è fruttato e tenue, il colore giallo con forti riflessi verdognoli, il sapore di media dolcezza, l'acidità molto bassa.
Non resta che provarli.
Tiberio Rabboni
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