Le miniere di oro rosso della pianura padana.... ai vertici mondiali della qualità e del made in Italy

Passate, polpe, pelati e concentrato di pomodoro sono da sempre sinonimo del bel Paese. L'Italia dei fornelli, delle cucine, dei ristoranti e delle pizzerie condisce spesso e volentieri con il sugo di pomodoro. E quando anche il resto del mondo vuole concedersi qualcosa di gustoso, importa o imita i sughi all'italiana. Ma "italians do it better" perché la materia prima che utilizzano e' di alta qualità. È il segreto di Pulcinella, anzi, è il segreto degli agricoltori e degli industriali italiani del pomodoro. Il nostro Paese è il secondo produttore mondiale di pomodoro, dopo la California e prima della Cina, ma e' il primo per valore economico di conserve, polpa, pelati, passate e concentrato. La differenza la fa la qualità. Non a caso più della metà della produzione nazionale si concentra in Emilia e nelle regioni del nord dove il prodotto viene direttamente trasformato da affermati marchi industriali e cooperativi, leader di mercato, interno ed internazionale. Qui la materia prima e il prodotto finale sono, normalmente, tutti di alta qualità. Il motivo?: tradizione, professionalità, attitudine al gioco di squadra tra agricoltori ed industriali, propensione alla innovazione e alla costante ottimizzazione dei fattori produttivi, terreni e clima adatti ma soprattutto tecniche produttive orientate alla sanità, alla salubrità, ai valori organolettici  del prodotto. Il 96% del pomodoro coltivato in Emilia e nel nord Italia utilizza tecniche di "produzione integrata" che impongono, sotto il controllo dei servizi fitosanitari regionali, severe limitazioni nell'uso degli agrofarmaci, dei fertilizzanti e dell'acqua. Il restante 4% proviene da produzioni biologiche. Dunque, prodotti sicuri, salubri ed affidabili, che incoraggiano il consumatore a riconoscere anche le altre proprietà salutistiche dell'oro rosso, a partire dal "licopene", antiossidante naturale in grado di proteggere le cellule dall'invecchiamento e di ridurre, come evidenziato da diverse ricerche scientifiche internazionali  il  rischio del cancro all'apparato digerente ed alla prostata.

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