Dayanita Singh - Museum of Machine

Mostra a cura di Urs Stahel, ospitata fino all’ 8 gennaio 2017 presso la Fondazione Mast - via Speranza, 42 Bologna.

Le luminose sale del MAST di Bologna ospitano la prima mostra italiana di Dayanita Singh, fotografa indiana che nelle 400 opere esposte  racconta con una visone personale la realtà del lavoro del suo paese.   Le immagini seguono un filo conduttore che le assembla in sei temi,   Museum of Machines, Museum of Industrial Kitchen, Office Museum, Museum of Printing Press, Museum of Men e File Museum e tutte si accostano al lavoro umano  esaltandone l’unicità e la dignità.

Ogni luogo e ogni ritratto, per quanto appartengano al quotidiano, sono ugualmente straordinari ed assumono toni  di sacralità rispettosa. Lo sguardo di un operaio addetto ad una sala macchine, così come le enormi fabbriche immerse nella particolare luce della serie Blue Book , quasi giganti addormentati, raccontano di un’India lontana dall’esotismo, calata nella realtà produttiva che alla fine degli anni Novanta l’ha portata ad essere una delle tigri asiatiche che hanno trainato l’economia di quella parte di mondo, ingaggiando un testa a testa con i paesi occidentali.

Un commento a parte va alla serie File Museum dove la macchina fotografica inquadra grandi locali che ospitano imponenti archivi cartacei per i quali immaginiamo un lavoro di costruzione meticoloso e ordinato, quasi a visualizzare una fatica del lavoro che non è muscolare e pone l’accento sul metodo e sull’organizzazione della memoria.

La formazione di Dayanita Singh è stata quella del reportage, trasformato poi nell’elaborazione di un linguaggio poetico personale,  fino ad approdare all’arte visuale vera e propria. L’artista non si limita a proporre le immagini ma le organizza secondo criteri espositivi museografici; infatti non tutte le fotografie sono appese a parete: una parte è esposta all’interno di arredi in legno, non semplici cornici ma strutture autoportanti modulari e snodabili che assemblate tra loro costruiscono piccoli  “musei portatili” da adattarsi a scenari sempre diversi.  Sono quindi infinite le possibilità di allestimento della mostra, seguono probabilmente la possibilità data dagli spazi, si piegano e spiegano all’occorrenza, ingaggiando con lo spazio un costante collocquio.

Al livello 0 del MAST l’intervento creativo dell’artista indiana si fa più esplicito: nel libro Museum of Chance sono assemblate 88 foto in 44 copertine diverse che assieme alla valigia che accompagna l’esposizione prende il nome di Suitcase Museum. Un museo itinerante, sempre diverso, dove l’occhio da reporter di Daynita Singh, è punto di partenza anche per costruire storie.

 

Sono previste visite guidate ed incontri tematici: http://www.mast.org/

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