Chi scende dal carro non si sogni di risalirci

Atalanta batte Bologna 2-0 ed i rossoblu, dopo la settimana successiva alla vittoria contro il Palermo passata tra elogi e complimenti da parte, su per giù, di tutti i media locali, tornano ad essere un gruppo debole e mal assortito. E fin qui nulla di nuovo. Si sa, il calcio è materia di un dibattito a cui tutti possono prendere parte e, soprattutto, è molto instabile: se vinci va tutto bene, se perdi ripiombi nel classico vortice del malcontento generale.

Questa volta, però, le critiche sono andate oltre l’immaginabile. Civolani, in un intervento a Radio Bologna Uno, ha così commentato l’operato societario: “(…) il Bologna lotterà per arrivare quattordicesimo come l’anno scorso, la stessa minestra per una società che non ha un minimo di progettualità. Il progetto di Saputo è una favola raccontata per chi ci crede”.

Ora, si può discutere su tutto: sul gioco stentato del Bologna di questo ultimo periodo, sulla classifica che recita 16 punti e quattordicesima posizione, sui cambi tardivi e/o errati di Donadoni. Ma arrivare a criticare con parole così pesanti il lavoro di una società e di un presidente che ha effettuato, in meno di tre anni, due aumenti di capitali e mercati con una spesa complessiva di circa 50 milioni di euro, rasenta il ridicolo. Di più, forse lo supera anche, considerando l’entusiasmo che Civolani stesso e tutta la tifoseria avevano espresso dopo il primo mese di campionato.

La verità è che il Bologna è una delle squadre più giovani della Serie A, con giocatori che hanno margini di miglioramento molto ampi e che in futuro rappresenteranno nel migliore dei casi la spina dorsale di una squadra vincente, nel peggiore un tesoretto importante da reinvestire.

La verità è che Saputo ha speso svariati milioni di euro per ammodernare il Dall’Ara, ne verserà ancora di più per ingrandire il centro tecnico di Casteldebole e supererà il tetto dei 100 milioni per il nuovo stadio.

La verità è che dopo anni in cui non c’era davvero neanche l’ombra di un minimo di progetto, ma si vivacchiava sfruttando qualche cessione milionaria (Ramirez, Diamanti), ora finalmente il Bologna ha davanti a sé prospettive di crescita mai lontanamente immaginate.

Questi sono fatti. E non basterà una sconfitta interna contro (tra l’altro) la lanciatissima Atalanta per cancellarli o farli passare in secondo piano.

Per cui, caro Civolani, Zara o chi per voi, scegliete una volta per tutte: o date fiducia a questa società ed a questo progetto oppure scendete definitivamente dal carro. Per mai più risalirci, però, sia chiaro.

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