Forse non tutti sanno che l'Emilia-Romagna è regione leader nelle pratiche agricole cosiddette sostenibili. Oltre a detenere il primato nazionale della agricoltura blu e delle DOP e IGP, produzioni tutelate nella loro storicità, qualità e biodiversità territoriale dalla Unione Europea, è la prima del Centro Nord per produzioni agricole biologiche e biodinamiche, la prima in Italia per trasformazione e commercializzazione del biologico, la prima per diffusione delle tecniche di agricoltura integrata nei comparti agroalimentari a maggiore specializzazione. Questi ultimi sono tre distinti concetti di sostenibilità. L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione disciplinato a livello comunitario che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica. Per la fertilizzazione del terreno si utilizzano concimi organici e minerali naturali. Per la disinfestazione si ricorre a sostanze naturali o all’utilizzo di insetti che si nutrono dei parassiti delle piante. L'agricoltura biodinamica da parte sua considera l’azienda agricola un vero e proprio “organismo vivente autosufficiente”, inserito nel più grande organismo vivente cosmico, dalle cui influenze dipende. I ritmi cosmici influenzano i calendari di semina, coltivazione e raccolta. Gli obiettivi di questa agricoltura sono l'azzeramento dell'impatto ambientale e dei residui chimici nell’atmosfera, nel terreno e nell’acqua. L'agricoltura integrata o produzione integrata è invece un sistema di coltivazione a basso impatto ambientale che si pone tra l’agricoltura convenzionale e quella biologica, ricorrendo ai mezzi chimici solo quando il rischio corso dalle colture è grave. Si scelgono i composti meno inquinanti e meno nocivi per l’uomo e viene posta particolare attenzione nel non distruggere gli insetti utili alle piante; vengono, anzi, allevati alcuni insetti innocui che entrano in competizione con quelli nocivi, non permettendone lo sviluppo. Le produzioni ottenute attraverso i metodi dell’agricoltura integrata sono riconoscibili attraverso il marchio collettivo regionale “QC” (Qualità Controllata), o, più frequentemente, tramite i marchi privati della Grande Distribuzione. Le produzioni biologiche di riconoscono attraverso il marchio UE delle 12 stelle che disegnano una foglia, mentre quelle biodinamiche tramite un marchio privato internazionale.
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