La questione morale 35 anni dopo

Il quotidiano La Repubblica, in occasione della ricorrenza, ha pubblicato la famosa intervista ad Enrico Berlinguer di 35 anni fa, in cui il segretario del PCI denunciava la c.d. "Questione morale". A rileggerla oggi mantiene tutta la sua straordinaria capacità di denuncia e, in parte, di attualità.


Per le conseguenze che quella intervista ebbe sui partiti, principalmente di sinistra, ci si deve augurare che la Repubblica, ed altri, ne approfittino per andare oltre la celebrazione ed il lamento . Sul giornale, a parte un lodevole e troppo breve intervento di Piccolo , non sembra si voglia andare oltre la celebrazione delle qualità giornalistiche di Scalfari (anche i giornalisti fustigatori dei costumi italici tengono famiglia).


Per il resto, l'intero articolo di accompagnamento  era costruito sull'assioma che "oggi la situazione è peggiorata".


Ma ci sono state diverse cose cose che, rileggendola, mi hanno colpito di quell'intervista. Provo brevemente a spiegare quali, tralasciando ovviamente le parti con le quali concordo totalmente.


A) La prima sorpresa (a quel tempo mi era totalmente sfuggita) è la risposta che Berliguer da' alla domanda sul perché nonostante la corruzione dilagante il popolo alle Politiche voti in massa per il Pentapartito (nb: a quel tempo il dato dell'astensione era piuttosto irrilevante).


Berlinguer dice che la risposta è complessa, poi in  realtà da' una spiegazione semplice, attribuendo il merito del fenomeno unicamente alle capacità corruttive del Sistema di Potere in atto .


Non fa nessun accenno all'insormontabile muro costituito dalla divisione in due dell'Europa e del legame del PCI con l'Unione Sovietica. Eppure lui era consapevole degli steccati  internazionali e della necessità di liberarsi dell'ipoteca Sovietica per costruire una reale alternativa di governo. L'alternanza di governo è infatti la misura nei regimi democratici che, insieme all'efficacia del sistema giudiziario, consente di tenere la corruzione entro limiti minimi.


Un governo eletto democraticamente con la partecipazione di un partito Comunista in Occidente  avrebbe costituito una prospettiva di instabilità internazionale tale da spaventare qualsiasi elettore moderato, paura da aggiungere  ai sentimenti anticomunisti che  erano estesi anche fra gli strati popolari. Su queste considerazioni  fra l'altro lui stesso basò l'analisi che lo portò nel decennio precedente alla proposta di "Compromesso Storico".


In sintesi: sia l'intervistatore che l'intervistato prendono per buono il fatto che gli italiani votassero così unicamente perché legati al carro.


Nonostante fosse vero che il Pentapartito avesse una capacità di condizionamento e di persuasione che poggiava su clientelismo e favoritismo è tuttavia accertato che con la caduta del Muro di Berlino ed il dissolvimento del blocco di Varsavia, gli elettori liquideranno il Sistema DC-PSI in poco più di un anno.


Verrebe da concludere che i geni  del popolo Italiano siano migliorati molto visto che oggi tutti, elettori ed eletti, fanno a gara nel chiedere pulizia.


B) Un secondo punto in cui Berlinguer, forse per necessità di sintesi, eccede nella semplificazione è laddove fa tutt'uno tra presenza dei partiti nei vari livelli di governo della sfera pubblica e la deriva corruttiva che minava istituzioni ed imprese. Quasi che la causa fosse  da ricercare unicamente nel ruolo dei Partiti.


Una identificazione errata, che continua ad essere largamente praticata.


In Germania, Francia, Svizzera per fare degli esempi, è normale che divengano Sindaci, Assessori, Presidenti di Aziende Locali e non, i quadri provenienti dalla gavetta della politica, del sindacato e dell'Associazionismo. Anche molti ruoli tecnici vengono affidati a persone impegnate politicamente.


E' difficile immaginare un tecnico neutrale quando deve fare ed attuare politiche del Traffico, del Welfare, delle Abitazioni Popolari oppure dell'Ambiente. Sono materie in cui competenza ed appartenenza convivono. Per questo è stato inventato il c.d. "Spoil Sistem". Un sistema che deve essere ovviamente limitato nei numeri, nelle circostanze e nelle conseguenze.


In Italia , anche per la lettura della denuncia berlingueriana, per resistere alle pressioni della pubblica opinione nel periodo di tangentopoli  fu inventata la figura del Tecnico neutrale, meglio se proveniente dal privato, poi successivamente si passò al Professore Universitario Esperto, meglio se proveniente dalla societa' civile. Avere una tessera in tasca divenne pericoloso. Ricordo che un solerte funzionario del Pci-Pds regionale preparò un documento,cin previsione dell'arrivo a Bologna di Occhetto, in cui si chiedeva agli amministratori di sinistra degli Enti di Secondo grado di dimettersi all'istante (praticamente un'ammissione di colpa). Fortunatamente il Segretario Generale, come sempre generoso, andò oltre e chiese a tutti di dimettersi (la cosa fu percio' accantonata). Non molto tempo dopo si inaugurarono giunte dove la sinistra fieramente sottolineava l'assenza di propri iscritti  tra i componenti.


Ovviamente i nuovi assessori, con pochissima esperienza politica, faticavano a distinguere un centro sociale da una polisportiva, un quartiere da una cooperativa.  Nella mia ultima esperienza amministrativa ho notato che adesso nelle realtà più drammatiche, su tematiche come la sanità o i bilanci, nelle regioni meridionali si ricorra spesso a nominare generali, prefetti ecc. (sempre col sottinteso: costoro non c'entrano con la politica)


Vale a dire che si alimenta per questa via l'idea che la militanza partitica  sia di per se degenerativa.


Forse Berlinguer avrebbe fatto bene a ricordare che la militanza è fatta di studio, passione e sacrificio. Almeno per riequilibrare il giudizio sui partiti in quanto strumento di democrazia politica.


Io ritengo  che sia un obbligo dei Partiti e delle alleanze elettorali fornire il personale per condurre le politiche per cui sono stati votati. Liberi gli eletti di ricorrere a Professori , Generali, Sindacalisti o Militanti di Partiti.


Sarebbe bene però che costoro, per legge, decadano con gli organismi da cui sono nominati e che il loro numero sia ben limitato e trasparente. Oggi giorno,  come ai tempi di Berlinguer, le cattedre universitarie, le carriere nei Corpi dello Stato spesso e volentieri non avvengono per merito e non c'è provenienza che garantisca capacità ed onestà di per se'. La ricerca di escamotages c.d. "apolitici" per condurre la cosa pubblica fa parte della tradizione culturale delle dittature.


C) Ora a me pare che la denuncia, giusta nei contenuti, si sia risolta per come è stata successivamente interpretata, in una indistinta condanna del sistema dei partiti. La corruzione, il clientelismo, la mala gestione nel settore pubblico, sono malattie connaturate alle attivita' proprie dei sistemi democratici. La differenza con i sistemi totalitari consiste nella loro evidenza. E sono fenomeni talmente ovvii che tutte le democrazie hanno dovuto porre in essere strumenti legislativi, di contrasto e prevenzione per limitarli.


In Italia il fenomeno si presenta diffuso e pertinace in tutti gli strati sociali per motivi storici ( le aree geograficamente "protestanti"  sono ridotte ed i periodi  autofondativi e generativi  relativamente minoritari). Senza dubbio il Primo cinquantennio della Repubblica privo di alternanza ed al riparo della guerra fredda ha consentito una diffusione capillare del voto di scambio e di fenomeni di "patronage". Affermare oggi che il Paese sia peggiorato, chiamare a soccorso di questa tesi Berlibguer e sparare a tutta pagina: "chi lo ha tradito?" è una operazione qualunquista e reazionaria.


Stiamo imparando adesso ad usare le Autorità Indipendenti, ad avere fiducia nella separazione dei Poteri (anche quando molti di essi invadono), a ricambiare rapidamente i gruppi dirigenti.


Certamente un percorso lento e faticoso, tuttavia io penso che rispetto ai tempi del pentapartito la situazione sia migliorata di molto.

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