Cameo: un oasi in città

Esiste un’oasi, in città, in cui è possibile trovare un fresco rifugio in queste afose,affollate, sere di inizio estate.

Un’oasi che è anche uno dei 4 vertici di un’enclave inaspettata di gusto, gentilezze e cortesia che, da un po’, qualche anno, ormai, delizia il palato e stuzzica la fantasia di chi ama, come noi, tirare tardi (ma non solo tardi) in buona, anzi a volte ottima, compagnia.

Stiamo parlando di quella sorta di zaibatsu del ristoro formato dal primigenio “Camera a sud” (via Valdonica) sviluppatosi con il conseguente “Via con me” (via SanGervasio), apertosi con “Vetro” (il bistrot che ha invaso le Serre dei Giardini Margherita in Castiglione al 134 e di cui ci occuperemo diffusamente prossimamente) ed infine, ma solo per ora ne siamo sicuri, stabilizzatosi presso la cineteca con “Il Cameo” (Piazzetta PierPaoloPasolini).

Visto che i primi due locali (e vabbé il bel dehor di “ViaConMe” proprio di fianco a quella che è senza dubbio la movida più interessante di quest’estate bolognese, quella del mercato delle Erbe delle vie Belvedere/SanGervasio) li consideriamo, privilegiando in questi appuntamenti quelli strutturalmente all’aperto, invernali e di “Vetro”, come detto, ci occuperemo ben presto, è dell’ultimo nato “IlCameo”, appunto, che vogliamo parlare.

Il luogo, suggestivo di suo, siamo nella piazzetta antistante la cineteca, quella del vecchio macello bolognese (a ricordarlo, una bella testa di toro, o bue, campeggia orgogliosamente sulla facciata restaurata dell’antico edificio), è una sorta di giardino urbano, fresco nonostante l’afa della giornata appena trascorsa, con il bel bar/chiringuito addossato alla parete, una struttura a gazebo sul fondo, e tanti tanti tavolini e sedie scompagnate (tutto l’arredo proviene da quell’inesauribile fucina di trovarobato di classe che è Fricandò) a dare un’impressione di tempo sospeso. Sullo sfondo, se si alza appena lo sguardo, il campanile della chiesa dei Ss.Filippo e Giacomo conferma la sensazione di trovarsi in un altro luogo in un altro tempo.

E se la location incoraggia incontri e conoscenze (la settimana scorsa, ad esempio, con il Cinema Ritrovato che praticamente aveva la sede lì a fianco, era tutto un rincorrersi di opinioni, commenti, aneddoti in tutte le lingue), anche il food è piacevole ed incoraggia lo stare insieme, il tirar tardi.

La cucina, off course, è quella veloce e in parte dimenticabile tipica di quei locali che, aperti per la stagione, non possono permettersi una ricerca più personale (qui troviamo olive ascolane, mozzarelline impanate, torte salate, taglieri di formaggi e/o salumi, ma ci sono anche insalata di polipo con le patate o l’humus con i crostini) o che banalmente devono pagar dazio, alle volte, alla quantità delle richieste.

Meglio, sicuramente, va con il drink: agli immancabili cocktails così di moda, (spritz, americano, moscow-mule, negroni, bloody e gin tonic, ecc…) si accompagnano infatti le birre Pedavena e Dolomiti ed una ristretta ma qualitativamente buona scelta di vini sia bianchi (citiamo tra gli altri la Ribolla di Quercus o il Vermentino di Cherchi), sia rossi (tra cui il Sangiovese di Giovannini e il Rossopiceno di Aurora), sia mossi (e qui spicca il Franciacorta di AlRocol).

Che dire, d’altro. Un ottimo posto da provare. Un ottimo posto in cui … tirare tardi …

 

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