L’insostenibile leggerezza del nulla

“Non siamo riusciti ad interpretare il cambiamento”, “non ho rottamato abbastanza”, “I 5 Stelle sono il vero cambiamento” “Roma adesso può cambiare” “Noi siamo la vera novità politica in Italia”.


Lascio il commento dei risultati, l’analisi del voto, l’individuazione delle ragioni delle sconfitte o delle vittorie a persone più competenti e navigate di me.


C’è una cosa che però a mio avviso non torna, che continua a mancare anche in questa tornata elettorale: la nostra assoluta incapacità di prenderci una quota di responsabilità dei problemi del nostro Paese e delle nostre città. Come se tutti fossimo nati ieri o vittime di un incantesimo che ci ha imposto coloro che ci governano.


La politica come unica responsabile di tutti i nostri problemi. Le elezioni – o le surrogate “primarie” - come rituale quasi sacro in cui l’unica parola d’ordine da anni è sempre la stessa: “il cambiamento”. Nessuno che specifichi mai in cosa consista la novità sbandierata, la rottamazione annunciata. Unico punto fermo è che il cambiamento riguarda sempre “gli altri”, mai il “noi”.


Un incessante ricerca di capri espiatori, di colpevoli, a cui la politica nostrana presta volentieri il fianco senza capire che così facendo delegittima costantemente se stessa. Senza immaginare che i prossimi da rottamare saranno coloro che oggi vengono esaltati e portati in trionfo.


Facciamo finta di credere a programmi ed a promesse elettorali sempre più irreali ed irrealizzabili, salvo scandalizzarci e protestare se poi chi governa fa realmente qualcosa di quello che ha promesso.


Come se per risolvere i problemi delle nostre città bastasse realmente e semplicemente rimuovere il precedente sindaco, affidandosi all’ultimo “stregone” che promette di conoscere una nuova formula magica.


La reale novità oggi sarebbe rappresentata da un progetto politico collettivo in grado di coinvolgere, valorizzare e responsabilizzare i cittadini. Un progetto decisamente più complesso e faticoso da realizzare e portare avanti, ma che poggerebbe su solide basi e che quasi sicuramente riporterebbe al voto almeno una parte di coloro che oggi scelgono l’astensione.


Ora scusate, devo andare a spostare l’auto in seconda fila. Qualche stronzo sta suonando. Sarà sicuramente un politico.

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