[miptheme_dropcap style="normal" color="#222222" background=""]25[/miptheme_dropcap] aprile 2016. A Bruxelles riaprono finalmente tutte le stazioni della rete metropolitana. Tutte le stazioni, inclusa Maalbeek, dove lo scorso 22 marzo un terrorista islamico si fece esplodere causando 16 morti e decine di feriti. Dopo settimane di servizio parziale, la MIVB/STIB, società del trasposto pubblico brussellese, ha avuto il nulla osta dalle autorità di sicurezza per riaprire a pieno regime tutte le linee del metro. Se molto probabilmente per i belgi il 25 aprile fino ad oggi era una data come un'altra, a noi italiani questa coincidenza di date non può lasciare indifferenti.
Forse questo 25 aprile brussellese è stato quest'anno un po' come la nostra festa della liberazione. Di nuovo liberi di andare in metro dopo le 22, di nuovo liberi di scendere o salire a Maalbeek, liberi di prendere il treno per l'aeroporto.
Magari non entrerà nei libri di storia belga come il nostro 25 aprile, ma questa giornata assume nella recente vita di Bruxelles un significato particolare, lontanamente simile a quel 25 aprile del 1945: la possibilità di tornare ad una vita normale. Né più né meno di prima. Come nell'immediato dopo guerra, quando ancora soldati alleati pattugliavano le strade italiane, anche qui a Bruxelles vediamo ancora militari che continuano a vigilare i luoghi pubblici più frequentati o gli obiettivi più sensibili: d'altronde, l'allerta terrorismo rimane alta. Ma le strade piano piano ricominciano a brulicare di lavoratori e automobili (troppe come prima), i bar e i ristoranti ritornano poco a poco a riempirsi e anche qualche turista fa finalmente capolino alla Grande Place. Parlare però di normalità nel settore turistico forse è ancora presto come dimostra l'iniziativa che l'Associazione degli hotel di Bruxelles ha lanciato per il prossimo weekend di ponte (nel nord Europa il 5 maggio è l'Ascensione) per attirare turisti nella capitale belga: chiunque si presenterà al check-in in pigiama potrà pernottare a metà prezzo.
Ma si sa, le cose non cambiano da un giorno all'altro, anzi. Anche nell'Italia del 1945 le cose non cambiarono immediatamente ma ci vollero ancora mesi perché il Paese tornasse alla normalità. Ma il 25 aprile fu l'inizio della rinascita da un periodo buio. E anche questo 25 aprile 2016 è un po' la rinascita di Bruxelles. O perlomeno della sua metropolitana.
Forse questo 25 aprile brussellese è stato quest'anno un po' come la nostra festa della liberazione. Di nuovo liberi di andare in metro dopo le 22, di nuovo liberi di scendere o salire a Maalbeek, liberi di prendere il treno per l'aeroporto.
Magari non entrerà nei libri di storia belga come il nostro 25 aprile, ma questa giornata assume nella recente vita di Bruxelles un significato particolare, lontanamente simile a quel 25 aprile del 1945: la possibilità di tornare ad una vita normale. Né più né meno di prima. Come nell'immediato dopo guerra, quando ancora soldati alleati pattugliavano le strade italiane, anche qui a Bruxelles vediamo ancora militari che continuano a vigilare i luoghi pubblici più frequentati o gli obiettivi più sensibili: d'altronde, l'allerta terrorismo rimane alta. Ma le strade piano piano ricominciano a brulicare di lavoratori e automobili (troppe come prima), i bar e i ristoranti ritornano poco a poco a riempirsi e anche qualche turista fa finalmente capolino alla Grande Place. Parlare però di normalità nel settore turistico forse è ancora presto come dimostra l'iniziativa che l'Associazione degli hotel di Bruxelles ha lanciato per il prossimo weekend di ponte (nel nord Europa il 5 maggio è l'Ascensione) per attirare turisti nella capitale belga: chiunque si presenterà al check-in in pigiama potrà pernottare a metà prezzo.
Ma si sa, le cose non cambiano da un giorno all'altro, anzi. Anche nell'Italia del 1945 le cose non cambiarono immediatamente ma ci vollero ancora mesi perché il Paese tornasse alla normalità. Ma il 25 aprile fu l'inizio della rinascita da un periodo buio. E anche questo 25 aprile 2016 è un po' la rinascita di Bruxelles. O perlomeno della sua metropolitana.
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