Un'altra voce dal 36

La testimonianza di Emilia Garuti:
"Sulla questione tornelli non voglio arrivare e fare l'esperto  della situazione ma avendo lavorato tutti i giorni per 4 mesi al 36, qualcosa posso dire.
Chi mi conosce potrà confermare che potete trovare poche persone più di sinistra di me, ma voi lì non c'eravate.
Quando abbiamo visto arrivare al front desk una ragazza in lacrime coi pantaloni pieni di sperma, voi non c'eravate. Tutte le volte che abbiamo dovuto chiudere i bagni per giorni per disinfettarli completamente perché ci abbiamo trovato delle siringhe, voi non c'eravate. Quando per una rossa hanno spaccato la vetrina dell'area ristoro e abbiamo dovuto convivere per settimane con una ronda di guardie giurate armate e con pastori tedeschi, voi non c'eravate. Quando, solo perché volevo avvertire la malcapitata di uno scippo, sono stata inseguita fin dentro la biblioteca è minacciata di botte, voi non c'eravate. E nonostante queste siano le cose che succedono quando la biblioteca è aperta la sera, quest'anno si è deciso di prolungare l'orario di apertura fino a mezzanotte proprio per garantire più tempo allo studio. Queste aperture sono basate sulla fiducia, fiducia che in questo modo viene tradita. Il comunismo e la libertà totale degli spazi sono concetti sacri, ma presuppongono l'utopia che tutti siano brave persone e che rispettino il concetto che la mia libertà termina dove inizia la tua. Non è stato così è la situazione è grave, così bisogna intervenire con misure drastiche di modo da poter garantire la libertà che si meritano le persone che davvero vogliono studiare, che hanno rispetto per gli altri e per gli spazi che hanno contribuito a pagare e che non si meritano che gli venga eiaculato addosso. A coloro che protestano al grido "noi siamo studenti che vogliamo studiare", a parte la grammatica che forse è quella che devono studiare e non riescono per colpa della polizia, dico solo che se siete veramente studenti allora avrete il badge e non avrete problemi a passare i tornelli e avrete anche il rispetto di non rompere i tavoli e le sedie dove tutti studiamo gettandoli in aria e di non strappare i libri di studio che sono di tutti e che poveri stronzi come ero io poi dovranno riaggiustare e mettere a posto. A quelli dico: non è voi studenti che i tornelli vogliono lasciare fuori, ma tutti quelli che usano la biblioteca come porcile per drogarsi e fare i proprio comodi.
Quelli che sono favorevoli alla protesta e che vivono ogni giorno la realtà del 36 probabilmente avranno motivazioni migliori delle mie per pensarla così.
Ma a quelli che condividono su fb la notizia inneggiando alla libertà (pur criticando ovviamente i modi violenti) che non vivono più o meno quotidianamente il 36 (e badate che dico proprio il 36 perché se da facoltà a facoltà le biblioteche cambiano, in via zamboni cambiano da edificio a edificio) ecco a quelli proibisco di parlare della faccenda (anche se poi fanno come vogliono) perché davvero ragazzi, non ne sapete un bel niente. È un pessimo modo di fare politica quello di sparare grandi massime senza calarsi nella realtà dove c'è il problema. Se volete protestare, fatelo per la situazione di degrado insostenibile che ha costretto a usare questi metodi che certo non risolvono il problema tenendolo fuori, ma magari garantiscono una piccola dose di pace per studiare. L'ho tenuto lungo."

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