Non è il nuovo governo la nostra salvezza, non è l’Europa delle banche, non è il circuito lavoro, stipendio, spesa. Abbiamo bisogno molto di più di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione, in primo luogo attenzione a chi cade e a chi cammina lentamente. Serve una capillare manutenzione dal basso, comunità locali in cui le persone sono chiamate a discutere ogni giorno e a creare insieme territori nuovi. Il mondo ha bisogno di essere amato e accudito, prima di essere pianificato. Invece avremo un po’ di fotoshop elettorale…
di Franco Arminio
di Franco Arminio
Commenti
Posta un commento