I meravigliosi cani che aiutano a salvare tante vite, tra macerie e valanghe hanno giocato a salvare degli umani. Perché per i cani da macerie o i cani da valanga è un gioco trovare donne, uomini, bimbi sepolti ancora vivi o, a volte, purtroppo già morti. Imparano da cuccioli che non devono farsi distrarre: l’obiettivo è trovare l’essere umano. È dai primi del Novecento che la Croce Rossa arruola cani per compiti di supporto ai soccorsi.
Gli elementi base sono due, gli operatori e i cani ben addestrati. Il punto di partenza è il loro olfatto. Nonostante il fatto che il processo sia ancora sotto investigazione scientifica, si sa che i cani hanno una straordinaria capacità di fiutare l’uomo. Possono essere pastori tedeschi, border collie, golden retriever, schnauzer, pastori belga.
I più bravi riescono a sentire uomini sprofondati anche quattro metri sotto la neve. L’avvio dell’addestramento è da piccoli, già da cuccioli di 10 settimane, poi c’è un anno – un anno e mezzo di lezioni insieme all’addestratore, e infine da cinque a dieci anni di servizio, a seconda degli impieghi e delle caratteristiche dell’animale. Ennesimo, emblematico caso in cui la comunicazione tra uomo e cane, un rapporto magnifico, millenario, misterioso, realizza una missione comune di convivenza, di altruismo e di generosità.
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